A dirlo è Confagricoltura Lombardia, in riferimento alla posizione raggiunta ieri dalla Commissione unica nazionale dei suini vivi da macello.
La riforma, in particolare, "esclude nella fissazione del prezzo finale l’ipotesi di ‘non quotati’ ma di fatto inserisce il concetto del 'range'". Confagricoltura critica inoltre "l’introduzione di una flessibilità nella tempistica contrasta con l’opportunità-necessità di chiudere la trattativa nello stesso giorno. Infine, la positiva semplificazione di alcune procedure nella definizione del prezzo - che di fatto rafforza la funzione mediatrice del Segretario (designato dalla Bmti) - si contrappone ad alcuni elementi base, quali appunto il 'range', che penalizzano già in partenza la parte degli allevatori".
Serafino Valtulini, presidente provinciale della Sezione Suini e della Federazione Suini Lombardia, ritiene che il nuovo accordo non esprima concreti passi in avanti.
Si dice, anzi, deluso: “Anche in questo regolamento gli allevatori non vedono riconosciute le loro richieste tra cui, in particolare, la determinazione del prezzo all’interno della seduta del giovedì senza possibilità di ulteriori convocazioni il lunedì successivo, e la definizione di un prezzo da parte del Segretario senza la pubblicazione di un range. I soli aspetti positivi sono l’aver fatto rientrare Assica nella trattativa e l’introduzione dell’impegno all’avvio del mercato d’asta telematico. Siamo tuttavia ancora lontani da un risultato soddisfacente che, dal nostro punto di vista, continueremo ad esigere”.
“In prospettiva – conclude Valtulini – si dovrà lavorare per valorizzare lo strumento della Borsa merci telematica italiana, quale strumento per rendere oggettivi i termini di confronto tra parte venditrice e parte acquirente che è la richiesta che da sempre vien fatta dagli allevatori. L’attività della Bmti potrebbe essere regolata sulla base di un contratto quadro da definire attraverso le strutture aggregative impegnate nel processo di commercializzazione”.
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Fonte: Confagricoltura Lombardia