Fare previsioni è un mestiere difficile, le possibilità di essere smentiti dai fatti è sempre elevata, specie quando si parla di economia e di evoluzione delle produzioni. Così è anche per il latte, ma almeno per il momento le previsioni avanzate dagli “esperti” sembrano essere confermate. In settembre Bruxelles aveva convocato i “guru” del latte per tratteggiare i possibili scenari del dopo quote, a partire da aprile 2015 quando il regime delle quote andrà in soffitta. Ne ha parlato diffusamente anche Agronotizie. Stando a quelle anticipazioni la produzione di latte nei 27 Paesi europei dovrebbe crescere moderatamente di qui al 2022, quando si raggiungerà il picco massimo di 147 milioni di tonnellate. Ora arrivano i dati sui primi sei mesi della campagna lattiera in corso, da aprile a settembre 2013. Un aumento, pur modesto, appena l'1%, c'è. Rispetto allo stesso periodo della campagna precedente la produzione è aumentata di circa 700mila tonnellate, collocandosi a quota 72,3 milioni di tonnellate. Un anno fa ci si era fermati a 71,6 milioni di tonnellate. Di qui ai prossimi nove anni (le previsioni, come detto, si spingono al 2022) il quadro potrebbe cambiare radicalmente, ma al momento nessun segnale lo lascia supporre.
C'è chi cresce
A ben guardare cosa sta accadendo fra i 27 Paesi della Ue qualche elemento di preoccupazione per l'Italia c'è. Mentre le produzioni di paesi come Spagna e Francia si mantengono praticamente immutate o persino in flessione come Austria o Repubblica Ceca, altri Paesi stanno spingendo, e forte, sull'acceleratore. E' il caso della Germania (15,4 milioni di tonnellate, +2,3%), dell'Olanda (6,2 milioni di tonn. +6%), della Danimarca (2,6 milioni di tonn. + 3,8%), paesi la cui produzione è superiore alla domanda interna. I maggiori ritmi di crescita si sono registrati negli ultimi mesi, a confermare una tendenza che difficilmente cambierà segno. In Italia, al contrario, la produzione è in flessione (si veda in proposito Agronotizie del 3 dicembre ) e si allarga sempre più il divario fra produzione interna e consumi, fra offerta e domanda. Inutile dire che dobbiamo aspettarci un aumento delle importazioni proprio da questi Paesi, già nostri abituali fornitori, in particolare la Germania.
Stiamo attenti
Al momento il prezzo del latte di importazione si mantiene su livelli alti. In Germania, si evince dai grafici pubblicati da Clal, il latte spot tedesco (pastorizzato, intero) si avvicina ai 55 centesimi al litro, persino più di quello italiano. Per il latte francese la situazione è analoga. Ma le curve di crescita del prezzo iniziano ad accennare ad una flessione. E non serve la sfera di cristallo per prevedere che questa flessione è destinata ad accentuarsi se Germania, Olanda e Danimarca continueranno a spingere sulla produzione. Le ripercussioni sul prezzo del latte in Italia non tarderanno a farsi sentire. Uno scenario che può destare qualche preoccupazione per il rinnovo degli accordi sul prezzo che si andrà a ridiscutere a gennaio del prossimo anno. Meglio tenersi pronti.
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Autore: Angelo Gamberini