Lo scenario dei formaggi e le prospettive per l’anno in corso le ha indicate Francesco Biella, account manager di Symphony Iri, multinazionale americana leader nei servizi informativi di retail tracking. Sua la relazione sul tema “L’andamento del comparto dei formaggi all’interno della Grande distribuzione italiana”.
Appare chiaro che la distribuzione moderna tira lievemente il freno: il largo consumo confezionato aumenta il fatturato dello 0,6%, attestandosi a 61,6 miliardi di euro, lo 0,5% in meno in termini di valore, rispetto all’anno precedente.
All’interno di questo macroinsieme, il comparto formaggi, nell’anno lattiero caseario 2012/2013, ha sviluppato un fatturato di 6,1 miliardi di euro (+0,2% sul periodo precedente), pari a 653mila tonnellate. In termini di volume l’incremento è stato dell’1,4 per cento.
“Quello dei formaggi – specifica Biella - è il secondo segmento per contribuzione sul largo consumo confezionato”.
Cambiano alcuni aspetti dei consumi, al punto che negli ultimi due anni aumenta di oltre il 2% l’acquisto di prodotti a peso imposto, che oggi nella Grande distribuzione rappresentano il 61% del totale, contro il 39% del mercato dei prodotti a peso variabile.
Nella galassia di ipermercati, supermercati, libero mercato e discount, nell’ultimo anno i formaggi perdono in termini di prezzo/chilogrammo rispettivamente lo 0,9% e l’1,1% per i segmenti del peso imposto e del peso variabile. In parallelo, aumentano i volumi in promozione, che nel peso imposto arrivano al 42% del prodotto esposto sugli scaffali.
La dinamicità è fresca
Ovvero, “il 49% degli acquisti di formaggi alla Grande distribuzione è rappresentato dai freschi, che segnano in un anno il +2,2% in termini di peso", afferma Biella.
A seguire, il mercato è occupato dai formaggi stagionati (27%, trend di crescita: +0,4%), duri (17%, trend di crescita +1,5%) e fusi (7%, con un arretramento dello 0,7% rispetto all’anno precedente).
Scendono i prezzi allo scaffale: -1,1%, con una frenata maggiore per i formaggi duri, che perdono il 2,5 per cento.
Viva l’innovazione
“I consumatori rimangono sensibili all’innovazione – specifica Biella – tanto che l’84% dei consumatori è propenso a sperimentare nuovi prodotti”. Addirittura il 49% di un campione di 12.110 consumatori ritiene che non ci sia un numero sufficiente di nuovi prodotti, il 12% in più rispetto al 2011.
In ogni caso, l’importante è il prezzo, visto che l’89% degli intervistati da Iri subordina l’interesse di una eventuale “novità” con la sostenibilità alla cassa.
Per il 2013, secondo le stime di Iri aggiornate al 20 aprile 2013, per i prodotti alimentari si prevede una ulteriore decrescita della domanda.
“Dalle aspettative dei costi di produzione – prosegue Francesco Biella – si ipotizza che i prezzi per i formaggi possano salire più di altri prodotti. Inoltre, il ricorso a promozioni che nel 2012 è stato superiore rispetto alla media e ha sortito un duplice beneficio: ha calmierato i prezzi allo scaffale e agevolato la crescita del mercato. E così prevediamo avverrà anche nel 2013”.