Dall'analisi trimestrale Ismea sulle tendenze e previsioni dei settori agroalimentari, (scaricabile sul sito www.ismea.it) emerge un primo trimestre del 2013 con luci e ombre questo per il settore lattiero caseario italiano, dopo un 2012 fortemente negativo in termini di redditività per gli allevamenti.

Da gennaio a marzo 2013, spiega il Rapporto, l’indice Ismea dei prezzi alla produzione di latte e derivati ha fatto segnare una lieve ripresa su base congiunturale, mantenendo tuttavia una tendenza negativa su base annua (-4,3%), in linea con l’andamento in atto dalla scorsa primavera.
La dinamica del settore è stata determinata in larga misura dal persistente calo delle quotazioni dei formaggi duri (-6,6% rispetto al primo trimestre 2012) e dall’andamento altrettanto negativo del prezzo del latte alla stalla (-3,1%). Per i formaggi, spiega Ismea, si tratta di una fase flessiva che segue un 2011 e un primo trimestre 2012 all’insegna delle tensioni al rialzo dei prezzi. La tendenza al rialzo dei costi di produzione sembra essersi fermata, dopo gli inasprimenti del 2012, grazie alla frenata dei mangimi. Il confronto su base tendenziale rivela ancora un forte distacco (+9,5% l’indice dei costi Ismea rispetto al primo trimestre del 2012) soprattutto a causa dei rincari dei panelli e delle farine di soia (+39%). Sulla redditività aziendale incidono soprattutto l’alimentazione del bestiame e i prodotti energetici, rincarati nel primo trimestre dell’ 11,2% su base annua e del 7% rispetto ai precedenti tre mesi.

Ottima perfomance dell’export di formaggi e latticini italiani nel 2012 (+7% in volume, +3,5% in valore) che presuppone un andamento sostenuto anche nel 2013 in previsione di sviluppi positivi soprattutto nel segmento dei freschi. Un’opportunità in più, spiega l’Ismea, l’offriranno i Paesi emergenti, a partire dai cosiddetti "Mist" (Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia) e dai “Bric” (Brasile, Russia, India, Cina). Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, nel primo trimestre 2013 gli acquisti di latte e derivati presso il canale retail risultano in leggera ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre si riduce la spesa, dinamica che riflette sia un rallentamento dei prezzi medi al consumo, sia un maggiore orientamento verso i prodotti di fascia inferiore o in promozione. Frenano i consumi di latte fresco (-3,6% in quantità), mentre aumentano le vendite del prodotto a lunga conservazione (+3,6%). Lo yogurt presenta ritmi di crescita sostenuti (+5,7%), con una flessione però in termini di spesa (-4,6%), per effetto anche di una più agguerrita competizione sul prezzo tra marchi aziendali, nazionali ed esteri, e private label. Consumi mediamente in crescita per i formaggi (+2,1%), con andamenti molto differenziati tra i diversi segmenti merceologici.