Entro dicembre i caseifici colpiti dal terremoto riceveranno la prima tranche, pari a 4,7 milioni, dei fondi raccolti a loro favore grazie agli altri caseifici del comprensorio (8,6 milioni deliberati dall’assemblea nel luglio scorso), ai consumatori, alle catene distributive e alle vendite solidali effettuate da latterie del comprensorio (1 milione e 152 euro al 3 dicembre).

Lo sottolinea Riccardo Deserti, condirettore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, in una nota dell'ente che specifica: la cifra sarà resa disponibile ai caseifici privi di copertura assicurativa sul prodotto (comunque nei limiti del 20% del danno subito), mentre la parte restante dei fondi confluiti sul Comitato caseifici terremotati sarà suddivisa dopo che saranno stati ripartiti i fondi pubblici di sostegno alle strutture danneggiate e le compagnie assicurative avranno stabilito gli indennizzi.

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano continua a premere l’acceleratore sulla programmazione produttiva nonostante la quota disponibile di Parmigiano Reggiano si preveda in calo nel 2013 rispetto al 2012
. “Così come ha sancito l’approvazione del pacchetto latte e del pacchetto qualità da parte del Parlamento europeo – ha sottolineato il presidente dell’Ente di tutela, Giuseppe Alai, all’assemblea dei consorziati – questa resta la via maestra per una crescita ordinata del settore e una reale tutela dei redditi, strettamente legati all’equilibrio tra domanda e offerta, alla stabilità delle relazioni, anche quantitative, con il mondo della distribuzione e al contenimento delle grandi oscillazioni sui prezzi che disorientano i consumatori, con instabilità legate proprio a un andamento delle quotazioni correlato ad altalenanti livelli produttivi”.

Una presa di posizione ferma, quella di Alai, con un rilancio dei piani produttivi e del loro valore strategico.

Nonostante una produzione che a fine anno si attesterà a 3.330.000 forme (99.000 in più rispetto a quelle del 2011), il terremoto del 20 e 29 maggio ha infatti determinato un calo della disponibilità, sulla produzione 2012, pari a 120.000 forme, completamente uscite dal tradizionale consumo perché distrutte o fuse.
Il contemporaneo incremento delle esportazioni (+7%, pari a 65.000 forme), i ritiri che effettuerà la società I4S per operazioni promozionali sui mercati esteri (80.000 forme), compenseranno anche una previsione di leggero calo dei consumi interni determinata dalla crisi economica (la stima è di 50.000 forme in meno), con una disponibilità complessiva che si attesterà a 3.100.000 forme di produzione 2012 rispetto ai 3.231.000 forme prodotte nel 2011.

Sono – ha detto Alai – situazioni eccezionali legate a un evento drammatico dal punto di vista economico e umano. Una gestione ordinata dei flussi produttivi è fondamentale per affrontare i mercati tutelando i redditi, soprattutto quando si consolida la tendenza ad una contrazione delle risorse pubbliche disponibili per sostenere i produttori”. Alai invita a continuare il percorso di coesione tra i caseifici che, insieme alla solidarietà dei consumatori, ha consentito la ripresa nelle aree colpite dal terremoto.
 
Sullo sfondo, insieme a una possibile riduzione delle scorte e a impegni consortili che prevedono investimenti per 5 milioni sull’export e 7 milioni sul mercato nazionale, qualche preoccupazione per l’aumento dei consumi di formaggi similgrana d’importazione, che nel 2012 hanno guadagnato un +5,8% a dispetto delle Dop italiane.