Ridotta dimensione economica, insufficiente organizzazione e scarsa aggregazione, notevoli flussi di prodotti importati e complessità dei canali commerciali. Eccoli qui i problemi che affliggono i nostri allevamenti di bovini da latte, mettendone in forse la sopravvivenza. Se ne è discusso in questi giorni a Milano in occasione del Forum organizzato dalla Cia per mettere a punto un piano strategico capace di ridare valore al latte e competitività alle aziende zootecniche.
I problemi della zootecnia non finiscono qui. C'è da affrontare il difficile capitolo di un sistema distributivo dove la Gdo impone condizioni che deprimono il prezzo e la qualità. E poi bisogna aggiungere le difficoltà nel definire gli accordi sul prezzo del latte, l'opprimente burocrazia, i costi produttivi e contributivi sempre più onerosi, mentre all'orizzonte si riaffaccia per molte stalle lo spettro di nuove multe. Tutti argomenti affrontati nell'incontro organizzato da Cia e affollato oltre ogni previsione dagli “addetti ai lavori”, allevatori in testa.

 

Gli obiettivi

Il Forum, presieduto dal presidente della Cia Giuseppe Politi e concluso dal vicepresidente Domenico Brugnoni, si è dato l'ambizioso obiettivo di cercare una via di uscita a questi problemi utilizzando tutte le risorse a disposizione, a iniziare dal “Pacchetto latte” e dalle sue innovazioni, in particolare laddove si incentiva l'aggregazione degli allevatori e la loro strutturazione in organizzazioni dei produttori. La Cia, è stato sottolineato durante il Forum, ritiene necessario un profondo cambiamento del ruolo delle strutture associative. Essenziali in questo ambito le esperienze cooperative per l'equilibrio dei mercati. Parte da qui la proposta di un'azione unitaria del mondo agricolo e della cooperazione per valorizzare gli allevamenti e le produzioni lattiero-casearie, rafforzando le strutture agricole esistenti e creandone all'occorrenza di nuove. Una delle tante criticità del settore, si è sottolineato durante il Forum, è la rarefazione dei rapporti interprofessionali, come dimostrano le difficoltà nel confronto con le industrie del latte, ormai limitato al solo accordo sul prezzo del latte. Una vera interprofessione, si è poi aggiunto, dovrebbe vedere la presenza della distribuzione organizzata, che tanto peso ha nell'influenzare il mercato e la catena del valore.

 

Nuove multe?

All'orizzonte c'è poi il timore di nuove multe. I dati della produzione di latte per la campagna in corso, ricordati durante il Forum dall'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Giuseppe Elias, lasciano presumere un superamento della quota del 2%. Se le previsioni saranno confermate, a rischio multe sono circa 2000 allevatori, 800 dei quali nella sola Lombardia. L'auspicio dell'Assessore è che si riesca a frenare la spinta produttiva, evitando così altre multe che avrebbero effetti pesanti sugli allevamenti e che arriverebbero a soli tre anni dal termine del regime delle quote. Insomma quasi una beffa, oltre al danno.

 

Articolo 62

Il Forum ha poi dedicato ampio spazio all'applicazione dell'articolo 62, che regolamenta la cessione dei prodotti agricoli e che prevede tempi certi (30 o 60 giorni) per il pagamento delle fatture. La Cia si è detta impegnata per una corretta e tempestiva applicazione della norma, alla quale chiede vengano tuttavia apportate alcuni miglioramenti, come l'esclusione dei mangimi e dei mezzi tecnici acquistati per gli allevamenti. Una proposta destinata a scontrarsi con l'opposta tesi delle industrie mangimistiche, che sino a ieri lamentavano l'abnorme lunghezza dei tempi di pagamento delle forniture di mangime, tempi che potevano raggiungere e anche superare i sei mesi. Trovare un punto di equilibrio potrebbe essere utile per tutti.