"Siamo ormai all'assurdo. A chi non ha rispettato le regole sulle quote latte vengono tolte le 'ganasce fiscali', mentre scattano immediatamente per un imprenditore agricolo che ritarda semplicemente i pagamenti tributari e contributivi. Con la misura, pur riscritta, contenuta nella manovra finanziaria si calpesta pesantemente la legalità. Quindi è inesatto quanto affermato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel corso della conferenza stampa sui provvedimenti del Governo: ovvero che per le quote latte, ma anche per molti altri comparti dell'agricoltura, si prevede che lo strumento della riscossione sia l'ingiunzione, come previsto dalla legge del 1910".
E' quanto afferma il presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, che rinnova l'appello al parlamento perché intervenga per cancellare una norma che va a premiare gli splafonatori.
"Basta leggere quanto afferma l'articolo della manovra per comprendere che sulle quote latte - aggiunge Politi - si è inteso dare un vergognoso colpo di spugna. Equitalia, pur in modo graduale, attraverso un decreto del ministero dell'Economia da varare entro il prossimo 31 dicembre, verrà esautorata del proprio ruolo di agente riscossore. Il che significa che, prima del decreto governativo, tutto si bloccherà. Per di più non è dato sapere quali soggetti saranno chiamati ad assolvere questo compito. Ma così si è creata solo confusione e generale incertezza. Il che significa che chi non ha pagato e non è stato alle regole potrà stare tranquillo".
"E' un provvedimento che - ribadisce Politi - cercheremo di ostacolare con tutte le forze. Ci mobiliteremo e avvieremo un confronto serrato con le varie forze parlamentari affinché questa misura finisca definitivamente nel cestino. Siamo, però, disponibili a cercare una soluzione che ponga termine all'annosa questione delle quote latte, purché venga rispettata la legalità".
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