Quasi 3 italiani su 4 non vogliono il latte ottenuto da mucche biotech nel biberon secondo l'indagine Coldiretti/Swg dalla quale emerge che il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.
Lo afferma la Coldiretti in riferimento alle mucche transgeniche allevate in Cina che, ricorda l'organizzazione: "producono latte con proteine come il lisozima che lo rendono simile a quello materno grazie ad un progetto degli scienziati della State Key Laboratories for Agrobiotechnology della China Agricultural University che hanno peraltro alzato del 20% il contenuto in grasso, secondo l'inglese Daily Telegraph".
Secondo l'organizzazione "nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato - sostiene la Coldiretti - il livello di scetticismo".
"In Italia - riferisce la coldiretti – si sta rapidamente riscoprendo il latte d'asina con il quale si ottengono ottimi risultati per i bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno. Il latte d'asina che ha caratteristiche simili a quello materno rappresenta una valida alternativa per non far mancare un nutrimento essenziale alla crescita. Il latte d'asina è un vero e proprio 'farma-food' che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell'età neonatale, ma l'elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa. Un animale che sembrava solo pochi anni fa spacciato ha trovato una ragione d'essere nel combattere le nuove patologie dei tempi moderni con un aumento del 30% negli ultimi 5 anni in Italia dove - conclude la Coldiretti - si contano complessivamente oltre 36mila quadrupedi dalle grandi orecchie, che dopo aver rischiato l'estinzione stanno vivendo un momento di grande riscossa".
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Fonte: Coldiretti