Parlamento e Consiglio europeo sono ai ferri corti. Motivo del contendere è la carne (e il latte) degli animali clonati. La vicenda prende le mosse dalla iniziale volontà del Parlamento Europeo di mettere al bando qualunque prodotto alimentare derivato da animali ottenuti per clonazione. Una posizione rigida poi stemperata nel compromesso nel quale si apriva la possibilità di consumo per i prodotti ottenuti dai discendenti degli animali clonati, purché fosse indicata l'origine in etichetta. Ma il 17 marzo arriva da Bruxelles la replica del Commissario alla Salute, John Dalli, secondo il quale la proposta si scontra con gli accordi sul commercio internazionale. Nessun divieto, dunque, e via libera a carne e latte proveniente dagli animali clonati. Sempre che non si riesca a raggiungere un accordo seguendo le regole della “procedura di conciliazione”. La data ultima per arrivare ad un testo condiviso è la fine di marzo e già è stata fissata la data del 28 marzo per un incontro dal quale si uscirà con una decisione definitiva.

Il dibattito su questo argomento è vivace, tanto che il presidente della delegazione del Parlamento Gianni Pittella e la relatrice Kartika Liotard hanno affidato ad un comunicato il compito di bollare come “incomprensibile che il Consiglio sia pronto a chiudere gli occhi di fronte alle preoccupazioni dei cittadini, alle questioni etiche e a quelle legate al benessere degli animali che la clonazione solleva."

 

Alla scoperta della clonazione

Sulla clonazione sembrano replicarsi le divisioni, a volte preconcette, che dividono favorevoli e contrari agli Ogm. Anche se, per quanto riguarda la clonazione, i riflessi etici e soprattutto quelli economici, sembrano essere di gran lunga inferiori. Tentiamo, anche se in sintesi, di ricordare cos'è la clonazione e quali vantaggi (o svantaggi) può portarsi dietro.

Tutti ricordano la pecora Dolly, il primo clone animale ottenuto dai laboratori inglesi. Non tutti ricordano però il primato italiano ottenuto con Galileo, il primo toro al mondo ottenuto grazie alla clonazione nei laboratori guidati da Cesare Galli, un ricercatore italiano che oggi continua la sua attività nel campo della riproduzione zootecnica nel centro specialistico Avantea. Le esperienze scientifiche condotte in Italia hanno dato un contributo significativo allo sviluppo della clonazione animale, una tecnica che consiste nel privare una cellula uovo del nucleo e sostituirlo con il nucleo di una cellula somatica dell’animale che si intende “replicare”. Si ottiene in questo modo un embrione che può essere impiantato (come si fa con gli embrioni fecondati naturalmente e destinati all’embrio-transfer) su una femmina della stessa specie. Quest’ultima avrà il solo compito di fare da “incubatrice” e portare a termine la gravidanza. L’animale che ne avrà origine avrà il corredo genetico dei genitori e nel caso della clonazione sarà l’esatta copia dell’unico “genitore” dal quale ha ricevuto il nucleo di una cellula somatica.

 

 

I vantaggi

Dunque nessuna manipolazione genetica se non una trasmissione pilotata del corredo genetico. Una sorta di “fotocopia”, identica all’originale. Un procedimento assai simile a quello che da secoli si attua nel regno vegetale con la riproduzione per talea. Metodo che trasferito al mondo animale si porta appresso numerose implicazioni di carattere pratico. Si pensi alla possibilità di “replicare” i riproduttori, maschi o femmine, che offrono le migliori prestazioni produttive. Con i metodi tradizionali occorre un lungo lavoro di selezione genetica, dagli esiti non sempre certi. Problemi che la clonazione supera d’un sol balzo.

 

I problemi

Sin qui i vantaggi. Ma c’è un rovescio della medaglia. Si corre anzitutto il rischio di aumentare in modo esponenziale la consanguineità e al contempo si minaccia la preziosa diversità genetica, mirabolante strumento che la natura ha messo a salvaguardia della vita. Per questi motivi gli allevatori hanno riservato a questa nuova tecnica una tiepida accoglienza e ancora oggi la guardano con un certo distacco. Perché la clonazione, questo uno dei timori, potrebbe scardinare l’equilibrio del processo di selezione e miglioramento genetico attuato seguendo i metodi naturali. A complicare il quadro c'è la minore vitalità degli animali clonati, più cagionevoli e più facile preda alle malattie. Un problema evidenziato anche da Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che chiamata ad esprimere un parere sulla clonazione animale ha riscontrato in alcuni casi un peggioramento anche grave della salute dei giovani bovini e dei suinetti clonati. Svanisce così la convenienza ad utilizzare la clonazione per la riproduzione di massa che porterebbe a mandrie con una minore resistenza alle malattie. Ecco perché la clonazione resta interessante solo per la riproduzione di animali di alto pregio genetico (e dunque costosi) o per la salvaguardia di razze in via di estinzione, un campo dove il tornaconto economico non ha peso.

 

Genetica con il turbo

Dunque l'interesse verso la clonazione resta confinato alla duplicazione di soggetti di alto pregio genetico e capaci di trasmettere alla prole caratteristiche di alta produttività. Un modo per accelerare la diffusione di un particolare patrimonio genetico. Un'opportunità che si fa tanto più allettante quanto più è arretrato il livello di progresso genetico delle popolazioni animali che si hanno a disposizione. Ed è il caso di alcuni paesi ad economia emergente, specie del Sud America, dove la clonazione ha trovato terreno fertile.

 

E la salute?

L'interrogativo, ora, è sulla salubrità dei prodotti ottenuti da questi animali clonati, o per meglio dire dalla loro progenie. Anche a questo quesito Efsa ha dato risposta affermando che nulla lascia supporre che esistano differenze in termini di sicurezza alimentare nella carne e nel latte dei cloni e della loro progenie rispetto agli animali allevati in modo tradizionale. Ma è ancora l'Efsa a ricordare l'esiguità del numero di studi disponibili e le ridotte dimensioni dei campioni esaminati, cosa che determina incertezza nella valutazione del rischio.

 

La risposta della scienza

La scienza, anche in questo caso, non può responsabilmente fornire certezze assolute. La complessità degli argomenti biologici è tale che difficilmente uno scienziato potrà esprimere su questo e su altri argomenti (si pensi agli Ogm!) risposte definitive. Alla scienza e alla ricerca si possono chiedere pareri che poi la politica dovrà interpretare. Ed è quello che si appresta a fare Bruxelles entro fine mese sul tema della clonazione. Con l'augurio che siano messe da parte le posizioni preconcette e si consenta alla ricerca di andare avanti. Forse non ci darà risposte definitive, ma potrà allontanare dubbi, nell'una o nell'altra direzione.