Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio il decreto legge sulle quote latte è divenuto operativo. Era atteso dallo scorso novembre, quando il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, era tornato da Bruxelles con l'aumento del 5% della quota italiana. Oltre 600mila tonnellate che attendevano di essere distribuite agli allevatori per chiudere, si spera definitivamente, con le multe che ogni anno la Ue ci infligge per aver prodotto più del dovuto. Se ne è parlato diffusamente e in molte sedi. Anche Agronotizie è intervenuta più volte sull'argomento, invitando ad evitare polemiche e posizioni preconcette, inconciliabili per una definizione equilibrata di una materia certamente complessa come quella delle quote latte.

 

Per sanare si paga

Lo stesso ministro, nell'anticipare i contenuti del decreto, aveva più volte ribadito che non si trattava di una sanatoria e che non avrebbe premiato chi si era fatto beffe della legge. Ora il decreto è immediatamente applicabile e dovrà essere convertito in legge entro il termine di 60 giorni. E in sede di conversione il Parlamento potrà intervenire per modificarlo. I contenuti del decreto possono essere letti integralmente seguendo questo link e, tecnicismi legislativi a parte, ognuno può autonomamente formarsi un'idea in proposito.

Intanto si può prendere atto  che non si tratta di una sanatoria, sempre che  con questo termine si intenda un condono non oneroso. Per ottenere l'aumento di quota gli allevatori devono pagare le multe pregresse (tutte, anche le più “datate”) usufruendo di una rateizzazione, ma pagando al contempo anche gli interessi. Le quote così ottenute non potranno essere vendute. Ma c'è da dire che nessuno, oggi, è disponibile a comprarle...

 

Le priorità

Si è poi deciso che la priorità nell'attribuzione delle quote aggiuntive andrà a chi ha splafonato nella scorsa campagna. Decisione  per  molti versi comprensibile. L'aumento serve a chi produce troppo, agli altri può semmai essere utile per spingere sull'acceleratore, ma non è questo l'obiettivo che il decreto si pone. Un retrogusto un po' amaro c'è quando si legge che ad avere l'aumento saranno solo quelli che hanno splafonato oltre il 5%. Insomma, chi è stato attento a rispettare i limiti imposti dalla legge sarà “bastonato”, chi senza troppi pensieri ha lasciato lavorare la macchina mungitrice a pieno regime sarà “premiato”.

Poi ci sono tutti gli altri. Quelli, e sono la maggior parte, che le regole le hanno rispettate,  magari comprando quote (a caro prezzo). A loro è rivolta la promessa che dagli interessi raccolti con la rateizzazione delle multe arriveranno sostegni al settore lattiero caseario. Ma delle promesse del Palazzo ormai sono in pochi a fidarsi...

Qualche “aggiustamento” si rende dunque necessario e la conversione in legge del decreto sarà l'occasione giusta per raggiungere l'obiettivo al quale tutti vogliono arrivare. Cioè salvare le stalle e chiudere definitivamente la stagione di quote e multe.