Gli allevatori di bovine da latte sono tutti in attesa di sapere come sarà distribuito l'aumento delle quote che Bruxelles ha concesso all'Italia. Si tratta di oltre 600mila tonnellate di latte che si aggiungono alle 200mila tonnellate ottenute in precedenza e al momento “parcheggiate” nella riserva nazionale in attesa di essere distribuite. In ballo ci sono dunque più di 800mila tonnellate. Rappresentano finalmente un rimedio alle multe che ogni anno ci vengono comminate dalla Ue per aver superato il limite produttivo che ci è stato imposto. Ma come distribuire questo aumento? A chi concedere una via di uscita dall'incubo multe? Per avere una risposta bisognerà attendere il 30 gennaio, data per la quale il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, renderà noti i criteri di assegnazione delle quote aggiuntive.

 

Aspettando il 30 gennaio

Ma in attesa di questa data, da tempo sono arrivati all'indirizzo del ministro appelli, suggerimenti e perentori inviti a privilegiare chi ha rispettato le regole oppure a salvare le aziende che se costrette a pagare le multe finirebbero con il soccombere. Posizioni inconciliabili, che rendono difficile trovare una equilibrata risposta, come dimostra la riservatezza con la quale sino ad oggi il ministro si mosso su questa materia, lasciando trapelare poco o nulla dei criteri con i quali intende agire.

Ora che il 30 gennaio si avvicina, trapelano dal “Palazzo” le prime indiscrezioni. Fra i punti nevralgici del decreto legge che sarà presentato al Consiglio dei ministri, figura una lunga rateizzazione per le aziende indebitate. Si parla di 40 anni, ma bisognerà vedere cosa ne pensa Bruxelles...Poi il consolidamento della quota B (in pratica una parte variabile della propria quota, differente di anno in anno), come da più parti richiesto. Quindi l'aumento delle quote a quanti hanno prodotto in esubero rispetto ai limiti aziendali. Qui andrà la parte più rilevante del quantitativo di quote a disposizione e ancora non si hanno elementi per anticipare quali saranno i criteri di assegnazione. Varie le ipotesi ancora aperte. Fra queste la rinuncia da parte degli allevatori ai contenziosi ancora aperti, l'impossibilità di cedere ad altri le quote ottenute, la revoca dell'aumento se non si rispettano le rate in scadenza e via di questo passo.

 

La posizione del ministero

Nel frattempo il ministro ha affidato ad un comunicato stampa il compito di informare che “le nuove quote saranno assegnate secondo criteri che consentiranno di rispondere a tutte le esigenze del mondo produttivo. Il decreto – prosegue il comunicato - prevede poi la istituzione del registro nazionale dei debiti, con la conseguente previsione delle penalità di rateizzazione per tutti i soggetti che abbiano debiti di natura agricola con lo Stato.” Non resta che attendere il 30 gennaio per conoscere tutti i dettagli di una materia che, c'è da scommetterci, continuerà a far discutere.