Nessuna paura per il caso di mucca pazza in un bovino lombardo. Parola di Ilaria Capua, direttore del Centro di referenza nazionale Oie (World Organisation for Animal Health) e Fao (Food and Agricolture Organisation) per l'influenza aviaria all'Istituto zooprofilattico delle Venezie.
E' piuttosto l'aviaria a dover preoccupare.Secondo l'esperta, 'a livello globale, l'aviaria è più diffusa ora che non nel 2005-2006, quando scattò l'allarme mondiale. Allora ci fu un'esagerazione, ma è qualcosa che esiste'.
Al convegno su 'Sars, aviaria, mucca pazza: reali pericoli e paure infondate' tenutosi la scorsa settimana al Festival della salute di Viareggio, Ilaria Capua ha spiegato che 'reali pericoli a livello globale ci sono, il mondo dei patogeni è in costante evoluzione', spiega Capua, 'In Italia il pericolo non c'è, ma il nostro Paese si trova in una posizione strategica: a Sud abbiamo l'Egitto, il Paese più colpito dopo l'Indonesia per quanto riguarda gli esseri umani'.
Dunque la guardia deve restare alta. 'Importante è investire nei controlli veterinari, perché gli animali nel mondo globalizzato viaggiano come le altre merci, e il 70% dei patogeni che hanno interessato l'umanità negli ultimi 20 anni proviene dal mondo animale', prosegue Capua. Per questa ragione, continua l'esperta, 'la sanità animale dovrebbe essere una priorità per la sanità pubblica'.
Quanto all'arrivo della temuta pandemia, magari proprio insieme all'influenza aviaria, Capua conclude: 'Se l'H5N1 saràil nuovo virus pandemico nessuno può dirlo, anche se è certo che prima o poi una pandemia arriverà, ma questo non avverrà attraverso un cigno, bensì da un aereo'.