Ancora nuovi episodi di peste suina africana accertata nei cinghiali, ma il virus resta confinato nelle aree già interessate da questa infezione, senza espandersi a Est.
Dopo i primi casi nel parmense e nel piacentino c'era infatti il forte timore che il virus potesse continuare la sua avanzata coinvolgendo gli allevamenti emiliani, fornitori della materia prima per la produzione di numerosi salumi a denominazione di origine.
Le strategie adottate negli ultimi mesi hanno permesso di contenere l'espandersi dell'infezione.
Come confermato da Giovanni Filippini, commissario per questa emergenza sanitaria, si stanno chiudendo in questi giorni anche gli ultimi varchi ancora aperti.
I numeri della peste suina
Passando alla "contabilità" dei casi di peste suina africana, dai 2.541 episodi registrati nei selvatici dal gennaio 2022 al gennaio 2025, si è passati agli attuali 2.879 casi, con un aumento di 338 casi.
Aumentati anche i focolai segnalati nei suini, oggi 53 contro i 48 di inizio 2025.
Fra le aree interessate c'è da segnalare l'ingresso della Sardegna, dove la presenza del virus è stata segnalata in 5 casi.
Lungi dall'essere superata, l'emergenza peste suina africana è comunque sotto controllo, tanto che alcuni hanno ipotizzato misure meno rigide nel caso dei piccoli allevamenti in libertà.
Numero di animali positivi alla peste suina africana dal 1° gennaio 2022 al 28 aprile 2025
(Fonte: Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise)
Rischi per il sistema brado
A proposito dei piccoli allevamenti di suini all'aperto, Slow Food, insieme ad altre organizzazioni, ha chiesto al commissario Filippini di rivedere le misure di biosicurezza nel caso degli allevamenti estensivi.
Fra le richieste, quella di evitare l'abbattimento degli animali, condizione, va ricordato, in molti casi indispensabile per contenere un virus altrimenti capace di espandersi rapidamente.
Per di più non va dimenticato che proprio gli allevamenti in libertà sono quelli più esposti al rischio di contrarre la malattia, tenuto conto della maggior facilità di contatto fra suini e selvatici che questa condizione di allevamento consente.
Aviaria sotto controllo
Per la salute animale le buone notizie arrivano dall'andamento dell'influenza aviaria.
In Italia gli ultimi casi accertati dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie (centro di referenza nazionale per questa patologia) risalgono allo scorso mese di marzo.
Nei selvatici (che rappresentano il principale veicolo di questa infezione) i casi confermati da inizio anno sono fermi a 97.
Negli allevamenti avicoli gli ultimi episodi sono stati segnalati in Piemonte, in un allevamento di broiler.
Dalla fine di marzo tutti i focolai della malattia sono già considerati chiusi.
Una situazione che pone l'Italia fra i Paesi più efficienti e virtuosi nel controllo dei ceppi virali ad alta patogenicità (H5N1).
Nel resto d'Europa le cose non vanno altrettanto bene e sono numerosi i focolai ancora presenti, segnalati fra gli altri in Bulgaria, Danimarca e Ungheria.
È allarmante la situazione della Polonia, per la presenza di un elevato numero di infezioni e per l'estensione delle aree interessate.
A fronte di questa forte diffusione le autorità sanitarie europee hanno dovuto aggiornare ancora una volta l'elenco delle zone soggette a restrizioni.
Allarme afta
Destano molte preoccupazioni le notizie che riguardano l'afta epizootica. Dapprima segnalata in Ungheria e in Slovacchia, la presenza del virus ai confini dell'Austria ha costretto ad aumentare il livello di attenzione anche in quest'ultimo Paese.
Già sulla Gazzetta Europea del 28 aprile sono state aggiornate le aree sottoposte a restrizioni per la presenza di questo virus.
Come anticipato da AgroNotizie®, l'afta epizootica rappresenta un seria minaccia per gli allevamenti di bovini e suini e per tutti gli animali, anche selvatici, a "unghia fessa".
Un'ulteriore espansione del virus avrebbe effetti devastanti per tutta la zootecnia europea.
Un motivo in più per raccomandare la massima vigilanza e l'adozione in tutti gli allevamenti delle indispensabili misure di biosicurezza.
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