Il Gruppo Biohaz, formato di esperti scientifici sui pericoli biologici dell'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha reso pubbliche due opinioni riguardanti il monitoraggio dell'Encefalopatia Spongiforme Bovina (Bse) nei primi 15 Paesi ad aver fondato l'Unione europea (EU15). Ogni anno circa 10 milioni di capi sono testati per la Bse in EU15 e il numero dei casi di questa malattia individuati è passato dai 2.164 casi nel 2001 ai 149 nel 2007.
Secondo il Biohaz, se l'età per testare la Bse crescesse dagli attuali 30 mesi a 36-38 mesi per il bestiame macellato, ci si aspetterebbe che meno di un caso Bse non venga individuato in tutta l'EU15. Se l'età dei test crescesse fino a 60, 72 o 84 mesi, meno di 2, 4 e 6 casi di Bse verrebbero mancati.
Il Biohaz ha anche stimato un gruppo 'a rischio' nel bestiame e sostiene che se l'età dei test per la Bse nel bestiame 'a rischio' crescesse dagli attuali 24 mesi a 30, 36 o 48 mesi, meno di un caso all'anno sfuggirebbe all'individuazione. Se i test fossero estesi a 60 mesi di età, sfuggirebbero meno di 3 casi. In più, il Biohaz ha suggerito i limiti di età per individuare la Bse Atipica e ogni possibile ripetersi dell'emergenza Bse in futuro. Nella sua valutazione, il Biohaz ha anche notato che dal 2001 l'epidemia di Bse negli EU15 è andata diminuendo costantemente e significativamente.

Dal 1994 sono state prese misure in tutta Europa per proteggere la salute umana e animale dalla Bse. Queste misure consistono in larga parte nella rimozione degli organi o parti di bestiame prima del consumo umano e nella proibizione a nutrire gli animali con cibi contenenti proteine animali (Total feed ban). Il monitoraggio della Bse è stato deciso per assistere i monitoratori del rischio soprattutto durante l'osservazione dell'evoluzione della Bse nel bestiame e nel valutare quindi l'efficacia delle misure di controllo del rischio messe in atto.
Su richiesta della Commissione europea, l'Efsa ha preparato un parere per informare i monitoratori europei (Commissione europea, Parlamento europeo e Stati membri) sui possibili cambiamenti nel regime di monitoraggio in EU15. Un'ulteriore richiesta sull'allargamento del raggio di monitoraggio di questo lavoro è stata ricevuta dal Belgio, ed è stata il soggetto di un altro parere. Il Panel ha valutato i dati di monitoraggio della Bse che sono stati raccolto tra il 2001 e il 2007.
Il Biohaz ha anche detto che un limite di età di 48 mesi nel bestiame 'a rischio' permetterebbe la scoperta della maggioranza dei casi, nel caso la Bse dovesse riemergere. Inoltre, il gruppo ha aggiunto che i test condotti a 24 mesi nel bestiame 'a rischio' fornirebbero un'aumentata sensibilità nell'individuare un possibile riemergere della Bse e dovrebbe anche permettere un sistema migliorato per individuare in modo più rapido ed efficace l'eventuale emergere di un nuovo tipo di Tse.
La richiesta belga all'Efsa riguardava anche il numero di casi che si perderebbero se l'EU15 smettesse di testare il bestiame nato dopo il 31/12/2003, circa 3 anni dopo l'introduzione del 'Total feed ban'. Il Biohaz ha replicato che tra quegli animali nati in un determinato anno in EU15, ci si aspetta che meno di sei casi passino inosservati.
Il Panel ha aggiunto che l'attuale sistema di sorveglianza per la Bse non fornisce dati affidabili sulla prevalenza di Bse Atipica, in quanto ci sono incertezze riguardo la sensibilità e la specificità degli attuali test per questa forma di Bse. Siccome ad oggi nessun caso di Bse atipica è stato individuato in animali più giovani di 96 mesi, alzare l'età dei testa dagli attuali 24 o 30 mesi fino a 60 o 84 mesi non avrebbe un grande impatto sull'individuazione della Bse Atipica.
 
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