Con l'autunno alle porte si avvicina per molte specie selvatiche la stagione migratoria e con essa il rischio, mai del tutto assente, della diffusione del virus dell'influenza aviaria.
Come già ricordato da AgroNotizie®, non solo gli uccelli migratori ma anche alcune specie "stanziali", come fagiani, aironi, garzette, gallinelle d'acqua, sono importanti serbatoi di questo virus che nella sua versione ad alta patogenicità (H5N1) è in grado di mettere in ginocchio gli allevamenti avicoli di vaste aree, con conseguenze economiche devastanti.
Un virus che non risparmia nessun continente, difficile da debellare e da contenere quando si presenta.
Una minaccia anche per la salute dell'uomo, al momento modesta in quanto il contagio è occasionale e limitato agli "addetti ai lavori".
L'aumento della circolazione di questo virus può tuttavia favorire un salto di specie (già avvenuto per molti mammiferi) che per quanto improbabile non va trascurato.
#NoBirdFlu
Per questo Efsa, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, ha lanciato in questi giorni un'iniziativa tesa a prevenire l'avanzata del virus.
Lo strumento scelto è quello dell'informazione su larga scala, sapendo che in molti casi la diffusione del virus è conseguenza di comportamenti non corretti sia negli allevamenti sia nelle pratiche quotidiane dove il virus può presentarsi.
L'iniziativa, battezzata #NoBirdFlu, è mirata alle aziende agricole di piccole e medie dimensioni e ricorda l'importanza di attuare misure di biosicurezza, anche le più semplici.
Indicazioni pratiche
"L'avvio di #NoBirdFlu - ha dichiarato Nikolaus Kriz, direttore esecutivo dell'Efsa - evidenzia come la preparazione di oggi possa prevenire le crisi di domani.
Lavorando insieme possiamo proteggere i nostri animali, garantire la sicurezza dei sistemi alimentari e rafforzare la resilienza contro le future minacce per la salute".
L'iniziativa si basa su un pacchetto di indicazioni pratiche che negli allevamenti professionali sono ben note, ma che a volte sono trascurate nelle piccole realtà avicole.
I punti chiave
La campagna di informazione, necessariamente nelle lingue più diffuse, prevede:
- infografica con le principali indicazioni in materia di igiene, dispositivi di protezione e gestione delle movimentazioni che coinvolgono agricoltori, animali, attrezzi, mezzi di trasporto, addetti e visitatori;
- poster con promemoria delle azioni chiave da integrare nelle routine quotidiane;
- contenuti da trasferire sui social media per coinvolgere le società agricole e non solo.
La situazione
Al momento gli episodi di influenza aviaria sono circoscritti ad alcuni Paesi europei (Spagna e Portogallo) e in Italia gli ultimi focolai risalgono a inizio anno.
C'è tuttavia il timore di una circolazione del virus "subdola" e più difficile da verificare.
Per questo il nostro Ministero della Salute ha diffuso in questi giorni una nota che prevede nei siti produttivi l'adozione di misure di riduzione del rischio.
Con l'arrivo della stagione fredda è prevedibile un aumento dei casi di influenza aviaria e ogni persona che interagisce a qualunque livello con un'azienda ove sono presenti specie avicole può fare la differenza assumendo comportamenti corretti.
Invito alla conoscenza
Anche la percezione del "rischio influenza" può essere importante e la Commissione Europea ha chiesto a Efsa di monitorare quale conoscenza del reale pericolo hanno le persone coinvolte negli allevamenti, dagli agricoltori ai veterinari.
Il risultato che se ne otterrà sarà la base sulla quale predisporre nel prossimo anno una campagna di informazione analoga, ma di più ampio respiro.
Ma già da oggi tutti sono invitati a diffondere questi messaggi tesi a migliorare la conoscenza del "rischio influenza", incentivando l'adozione di migliori misure di biosicurezza.
In altre parole, anche l'informazione è un utile strumento di contrasto all'influenza aviaria.
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