Giovedì 26 giugno si è tenuta a Roma l’assemblea generale dell’Associazione nazionale allevatori suini. Il presidente Gusmaroli ha fatto un’analisi dettagliata della critica situazione del settore 'l’impennata dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione, seguita in modo sempre più allarmante da quelli delle fonti energetiche, hanno fatto da detonatore ad una situazione già critica. Le produzioni Dop di cui siamo orgogliosi fanno fatica a generare valore ed il rispetto delle regole produttive (età e peso, caratteristiche dell’alimentazione, ecc.) hanno reso la produzione del suino pesante italiano ancora più onerosa. Il confronto internazionale dei costi unitari di produzione dà risultati impietosi. La nostra suinicoltura opera con costi che superano di circa il 20% la media europea'. Gusmaroli ha inoltre sottolineato l’effetto deprimente della crescita dell’offerta all’interno del circuito Dop sui prezzi, che risultano ampliamente al disotto dei costi.
'Date queste condizioni', ha affermato allarmato il presidente Anas, 'la tenuta delle imprese suinicole e quindi dell’intera filiera delle produzioni tipiche italiane è messa seriamente in discussione'. Ampio spazio nella relazione ai soci è stato dato alle attività di miglioramento genetico della razze, presupposto indispensabile delle filiere produttive, di salvaguardia e valorizzazione delle antiche razze italiane e di controllo e certificazione degli ibridi.
Il presidente Anas ha ripercorso le tappe più significative dell’impegno dell’Associazione degli ultimi dodici mesi. Tra queste il contributo alla definizione di una piattaforma condivisa delle istanze dei suinicoltori, il confronto al Tavolo della Filiera Suinicola presso il ministero agricolo e la diffusa mobilitazione, denominata 'sciopero del prosciutto'.
Gusmaroli ha avvertito 'L’obiettivo primario rimane quello di recuperare la redditività degli allevamenti per permettere il rilancio dell’intera filiera suinicola di qualità. A questo proposito ci aspettiamo misure di sostegno urgenti da parte del governo e l’impegno da parte dell’industria di macellazione a collaborare lealmente per innovare le modalità di definizione dei prezzi (mercato unico nazionale, contratto tipo), per far decollare le denominazioni di tutela dei tagli (Gran Suino Padano, Suino Napoli), per avviare una filiera differenziata rispetto a quella del tradizionale suino pesante'. L’auspicio di Anas è che venga avviata una nuova fase dei rapporti lungo la filiera che assicuri una più equa distribuzione del valore.  Le questioni da dirimere sono molteplici. Tra queste il presidente Anas ha ricordato il rafforzamento della distinzione qualitativa e comunicativa delle produzioni di origine italiana, la valorizzazione dei tagli per consumo fresco dei suini pesanti oggi gestiti quasi fossero un sottoprodotto del prosciutto mentre sono anche la componente imprescindibile di diversi salumi DOP, il definitivo superamento di alcune emergenze sanitarie quali la diffusione della Malattia vescicolare del suino.
La suinicoltura italiana soffre, oltre che della sfavorevole congiuntura economica derivante dall’aumento mondiale di alcuni fattori della produzione, di una certa crisi d’identità delle  tradizionali filiere Dop. La crescente competizione di prodotti 'non marchiati' che si avvantaggiano dell’immagine creata dalla produzioni Dop rappresenta una grave insidia per la tenuta del sistema. 'E’ necessario un rinnovato patto tra allevatori ed industria', ha ribadito Gusmaroli, 'per rafforzare gli elementi di distinzione e pregio delle nostre  Dop e per recuperare parte del valore aggiunto sempre più appannaggio della distribuzione organizzata. Anas conferma il proprio impegno ad assicurare un efficace contributo tecnico ed organizzativo per il rilancio e la tutela della suinicoltura italiana'.