Nel 2007, la consistenza suinicola statunitense è pari a 65,1 milioni di capi (in aumento del 4,2% rispetto al 2006 e del 6% rispetto al 2005) così suddivisi: i suini riproduttori sono 6,16 milioni di capi (+1,2% rispetto al 2006), i suini da ingrasso sono 59,0 milioni di capi (+4,5% rispetto al 2006) ed il numero delle scrofe adulte ammonta a 3,03 milioni di capi (+2,7% rispetto allo scorso anno). Nonostante il patrimonio delle scrofe statunitense sia passato dai 3,5 milioni di capi degli anni '80 agli attuali 3,03 milioni di capi, il numero medio di suinetti per covata è salito da 7 a 9,2 e la produzione di carne suina negli Stati Uniti è cresciuta. Nel 2008 la consistenza Usa delle scrofe è destinata a calare rispetto allo scorso anno: nel solo mese di gennaio ne sono state macellate il 4% in più rispetto allo stesso mese del 2007.
La macellazione suinicola statunitense è concentrata nelle mani di un piccolo numero di grandi industriali: la Smithfield Foods è il gruppo più grande e realizza il 30% della macellazione suinicola di tutto il paese; IBP/Tyson realizza il 17,7%, la JBC il 10,4%, Hormel il 9,7% e Cargil Meat Solutions il 7,7%. Il restante 24,5% è invece appannaggio di macelli di più piccole dimensioni. L'industria ha una capacità di macellazione di 113 milioni di suini l'anno. Di questi almeno 10 milioni di suini sono di provenienza canadese.
Positivo il bilancio statunitense del commercio estero: l'export è stato favorito dalla svalutazione del dollaro ed è cresciuto del 4,8% nel 2007.  Fino ad oggi i suinicoltori statunitensi hanno aumentato la produttività degli allevamenti e ridotto i costi di produzione concentrando la produzione suinicola in allevamenti di grandi dimensioni: negli ultimi vent'anni il numero degli allevamenti si è ridotto del 50% mentre la consistenza suinicola è rimasta pressoché stabile. Dal 1992 al 2004 è profondamente cambiata anche l'organizzazione della produzione suinicola: se nel 1992 le aziende a ciclo chiuso erano il 65% di tutte le aziende suinicole, nel 2004 erano scese al 18%. Nello stesso periodo, le aziende specializzate nella sola fase di ingrasso sono passate dal 22% al 77% del totale e quelle specializzate nella sola fase riproduttiva da poche uniyà al 7% di tutte le aziende suinicole. Il ricorso a contratti analoghi alla nostra soccida, stipulati tra i proprietari e i detentori degli animali, ha facilitato il passaggio ad un sistema fortemente specializzato. I suini prodotti sulla base di tali contratti negli USA sono passati dal 5% del 1992 al 67% nel 2004. Tutto questo ha agevolato il forte aumento della produzione suinicola statunitense che oggi tuttavia incontra dei limiti nella più rigida legislazione ambientale (nel Nord Carolina è stato imposto un blocco alla costruzione di nuove aziende suinicole e all'espansione di quelle esistenti), nel costante aumento dei costi di produzione (dovuto principalmente all'incremento dei prezzi delle materie prime per mangimi) ed nel forte calo dei prezzi dei suini. Si prevede che nel 2008 saranno molte le aziende suinicole statunitensi in crisi.
 
Con la collaborazione delle Apa socie.