I consumatori italiani potranno risparmiare oltre 30% per un litro di latte. E' questa l'opportunità offerta dai produttori italiani attraverso i distributori di latte crudo nelle città. E' quanto afferma la Cia (Confederazione italiana agricoltori) in merito all'approvazione definitiva, da parte del Consiglio dei ministri, dell'apposito decreto legislativo con il quale viene disciplinata la vendita diretta da parte delle aziende lattiero-zootecniche.
'Si tratta' - spiega la Cia - 'di un provvedimento importante, soprattutto in un momento come l'attuale in cui il fronte alimentare, in particolare quello lattiero-caseario, sta registrando rincari considerevoli che, oltre ad incrementare la spesa delle famiglie italiane, hanno provocato un drastico calo dei consumi'. Acquistare un litro di latte presso questi distributori, sostiene la Cia, non solo è conveniente per i consumatori, ma si ha anche un prodotto di qualità che proviene direttamente dalla stalla. E i risultati finora ottenuti hanno evidenziato il ruolo importante di tale vendita diretta. Basti pensare che in poco tempo, in Italia, sono in funzione oltre 600 distributori con una vendita complessiva di 8.500 tonnellate di latte. Ovviamente, la percentuale sul totale delle vendite è ancora esigua. Tuttavia, le prospettive di un incremento appaiono fortemente concrete. 'Questi distributori' - rimarca la Cia - 'dimostrano che una filiera cortissima, direttamente dal produttore al consumatore, porta vantaggi reciproci per ambedue le parti. E', infatti, un'iniziativa estremamente valida per integrare in modo adeguato il reddito delle piccole e medie aziende da latte delle zone montane, collinari e periurbane. Nello stesso tempo per i cittadini rappresenta un’occasione ideale per acquistare un prodotto di qualità ad un costo contenuto'. Un litro di latte crudo comprato presso questi distributori ha un prezzo che si aggira intorno ad un euro al litro, contro l'1,40/1,60 euro di quello venduto presso la normale catena di distribuzione. Un risparmio per contrastare i pesanti aumenti (più 6,5%) che si sono registrati nell'ultimo anno per l'intero capitolo lattiero-caseario. Rincari che, oltretutto, hanno causato una flessione dell'1,5/2 per cento negli acquisti domestici di questi prodotti, latte compreso.