Chiara ed efficace la risposta del ministro Paolo De Castro alle diverse questioni poste dal presidente dell'Anas - Associazione nazionale  allevatori suini. Dopo aver sottolineato come l'intero comparto agroalimentare, e non solo la suinicoltura, stia attraversando un momento di crisi, il numero uno del Mipaaf  ha voluto puntualizzare "la necessità di sviluppare competitività nei nuovi scenari mondiali, di tenere sempre alta l'asticella della qaulità, senza ricorrere continuamente a forme di protezionismo". A sostegno del suo ragionamento ha citato come esempi la nuova Dop del Gran Suino Padano e i recenti accordi per il riconoscimento delle Dop del Salame Felino e della Coppa di Parma. Il ministro delle Politiche Agricole ha inoltre lanciato un messaggio chiaro sia ai produttori dell'agroalimentare, in particolare del settore suinicolo, sia agli enti fieristici. "Il lavoro che stiamo facendo ancora nonbasta - ha aggiunto il ministro - dobbiamo infatti essere capaci di entrare nei nuovi mercati, che crescono a ritmi straordinari, mentre le nostre vendite restano sostanzialmente ancorate al mercato interno, che da anni ristagna, se non addirittura regredisce". Ma il salto di qualità si compie solo seguendo la strada dell'organizzazione. "Il nodo centrale rimane - ha aggiunto De Castro - come organizzarsi per essere presenti su questi nuovi mercati. Il gioco di squadra tra le istituzioni comincia a dare qualche frutto, come nel caso dell'apertura del mercato cinese e di quello australiano ai nostri prosciutti. Un lavoro comune che si realizza anche grazie a un sistema fieristico sempre più funzionale e fatto di partnership. L qualità è certamente una condizione competitiva indispensabile - ha sottolineato De Castro - ma da sola non basta, bisogna sapersi organizzare e superare il tipico provincialismo italico facendo sistema insieme e non concorrenza a vicenda".
Il ministro si è poi voluto togliere un ultimo sassolino dalle scarpe: la questione dell'origine dei prodotti. "Occorre una battaglia sempre più incisiva in Europa - ha concluso il ministro- perchè l'origine deve diventare un problema europeo e non solo italiano o di qualche singolo singolo Paese, dato che la concorrenza sleale è un fenomeno sempre più rilevante".