La fragola resterà probabilmente un'importante produzione in tutti i Paesi europei, ma la crisi economica e le nuove esigenze del mercato la porteranno a diffondersi anche in Paesi diversi da quelli dove è tradizionalmente coltivata. Questa coltura sarà sempre di più indirizzato verso aziende specializzate, dotate d'elevata conoscenza e impostate su una coltivazione programmata e poco rischiosa. 

Diverse sono le tendenze tecniche, economiche e sociali che, emerse negli ultimi anni, andranno a determinare un'evoluzione della coltura della fragola: a) tentativi di aumentare la precocità di raccolta mediante un anticipo di piantagione a fine settembre e inizio di ottobre; b) partecipazione massiva degli agricoltori ai sistemi regolamentari o volontari di certificazione; c) ristrutturazione varietale, però sempre con cultivar a giorno corto (esiste comunque un aumento d'interesse per le varietà rifiorenti soprattutto in quelle realtà produttive basate su sistemi di coltivazione programmati); d) nuovo e difficile adattamento della coltura al suolo senza il bromuro di metile (BM) dall'estate 2007 (usi critici per BM zero). Inoltre i conflitti sociali in merito alla selezione dei lavoratori nazionali o stranieri possono determinare ulteriori, imprevedibili cambiamenti nel panorama del comparto.

L'Africa che avanza
Questa complessa situazione tecnica e sociale sta aprendo notevoli prospettive di sviluppo della coltura della fragola in diversi Paesi dell'area mediterranea, primo tra tutti la Turchia. Qui si stanno diffondendo alcune varietà di recente introduzione e già affermate in alcuni Paesi del Sud Europa (Italia e Spagna); queste produzioni sono per lo più indirizzate a mercati dell'Est ed hanno ancora poco impatto sul mercato europeo. 

Più insidiose sono invece le importanti produzioni di fragola che si stanno sviluppando in Paesi a sud del mediterraneo, in particolare Egitto e Marocco. 

La produzione di fragola in Egitto, sempre più importante, è basata su aziende molto grandi come la Magrabi Agriculture. Con 250 Ha di fragole questa azienda è in grado garantire continuità alla fornitura di prodotto fresco da ottobre a giugno, destinato ai mercati olandesi e inglesi (nel periodo da novembre a gennaio quando ancora manca la produzione spagnola). Rilevante è anche il ruolo che l'Egitto può avere nel garantire continuità di fornitura quando per condizioni climatiche particolari manca il prodotto spagnolo (ad esempio quest'anno ha già perso quasi un mese di produzione). Le varietà coltivate sono prevalentemente di origine israeliana, ma notevole è anche la presenza delle varietà californiane, con Camarosa in primo piano ma già in via di riduzione. La fragola egiziana raggiunge mercati anche molto distanti, quali il Medio Oriente, il Sud Africa e in alcuni casi la Russia, e viene trasportata quasi esclusivamente in aereo: per questo motivo viene indirizzata su mercati in grado di sostenere questi costi. 

Di grande interesse è anche la situazione del Marocco, strettamente dipendente da quella spagnola: al fine di proteggerla le tasse doganali vengono infatti ridotte fino alla fine di febbraio, per poi tornare a crescere ad inizio marzo, quando inizia la produzione del Sud Europa. Il periodo di raccolta in Marocco non è troppo anticipato rispetto a quello di Huelva; tuttavia in questi ultimi anni l'area marocchina è stata molto meno colpita da eventi climatici 'estremi' che invece hanno caratterizzato l'area di Huelva. Per questo motivo, oltre che per le minori problematiche relative alla disinfezione del suolo, un numero abbastanza elevato di grandi produttori spagnoli ha già trasferito la produzione in Marocco, così da garantirsi un periodo più lungo di presenza sul mercato con la stessa tipologia di frutto, essendo la situazione varietale molto simile a quella descritta per la Spagna. Il Marocco ha il vantaggio di un buon sistema viario e di un facile collegamento via mare con l'Europa, ma non ha infrastrutture molto efficienti ed anche leggi adeguate a favorire investimenti a lungo termine come invece già ci sono in Egitto.

La produzione della fragola in questi areali sembra veramente dinamica ed in rapida evoluzione: è dunque facile pensare che in poche decine di anni le produzioni intensive fuori stagione saranno sempre più localizzate nelle pianure fertili del Nilo invece che in quelle del Guadalquivir.

Anche il Nord Europa non sta a guardare
Anche i Paesi del Nord Europa (Gran Bretagna, Germania) e dell'Est Europa (Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia, Ucraina) hanno implementato ed evoluto le produzioni. Un esempio è rappresentato dalla Germania che ha deciso di incrementare la produzione interna di fragole rispetto a quelle importate (principalmente dall'Italia). A questo scopo la Germania ha adottato diverse strategie per allungare il calendario di maturazione classico, come l'introduzione di nuove varietà a maturazione precoce e tardiva, l'adozione di differenti tecniche di coltivazione come la coltura programmata di 'sessanta giorni' e l'utilizzo di pacciamatura con paglia.

La concorrenza nordafricana ed europea, insieme ad un anomalo andamento climatico nel Sud Europa, ha creato diverse difficoltà nell'export italiano, soprattutto considerando che il mercato tedesco è da sempre il principale interlocutore nel settore della fragola Al fine di migliorare la nostra posizione al suo interno l'Italia dovrà cercare di puntare sulla qualità del prodotto, sviluppare attività di marketing adeguate, organizzare una struttura logistica funzionale e tempestiva e cercare di coprire la fascia precoce del mercato di consumo (la più difficile ma anche la più remunerativa).

Si ringrazia per la preziosa collaborazione il prof. Bruno Mezzetti, Dipartimento di Scienze ambientali e delle produzioni vegetali dell'Università Politecnica delle Marche