Le piante per crescere hanno bisogno di tre elementi fondamentali: l'azoto (N), il fosforo (P) e il potassio (K). Questi elementi possono essere forniti tutti assieme, attraverso i concimi NPK oppure in maniera singola. Un modo intelligente e veloce per somministrare l'azoto e il potassio è quello di impiegare il nitrato di potassio.
 
Il nitrato di potassio (KNO3) a temperatura ambiente si presenta come una polvere bianca inodore, altamente solubile in acqua. Oltre ad essere impiegato per la produzione di polvere da sparo e come conservante negli alimenti (E252), il nitrato di potassio è uno dei fertilizzanti più usati in agricoltura. Questo perché è in grado di fornire azoto (pari al 13%) in una forma altamente assimilabile dalle piante (azoto nitrico) e anche il potassio (pari al 46%).

I concimi nitrici hanno il grande pregio di essere assimilati con facilità dalle piante. L'azoto, a differenza delle forme ammoniacali o ureiche, è presente come ione solubile nella soluzione circolante nel terreno e raggiunge quindi con facilità le radici. La pecca, d'altro canto, è che in caso di piogge o irrigazioni abbondanti questa fonte di azoto viene dilavata con facilità.

Il potassio nella forma nitrica è preferibile alle altre due forme solitamente utilizzate in agricoltura: il cloruro di potassio e il solfato di potassio. Il primo composto contiene infatti il cloro, un elemento che è mal tollerato da un gran numero di colture, come il tabacco, la vite, tutti i fruttiferi, la patata, il pomodoro e la cipolla. Mentre il solfato di potassio, nonostante non abbia controindicazioni, ha una assimilazione più lenta.
 
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La pecca del nitrato di potassio è il costo, che può essere elevato nelle forme più pure. Per questa ragione viene solitamente utilizzato in orticoltura attraverso la fertirrigazione. Una tecnica molto efficiente per portare nella zona radicale i nutrienti di cui le piante hanno bisogno.

Cipolla
 (Fonte foto: © beerfan - Adobe Stock)