L'ottenimento di produzioni quali-quantitative interessanti è fortemente legato a piani di fertilizzazione razionali.
Per raggiungere tale scopo, è necessario conoscere la fisiologia della coltura in relazione al sistema suolo-pianta nelle diverse fasi fenologiche.

Durante la stagione autunnale le piante da frutto vanno in riposo vegetativo.

In questa fase, prima della caduta delle foglie, l'attività di accrescimento vegetativo  è modesta, al contrario, l'apparato radicale intensifica il suo sviluppo.

E' una fase molto importante per le drupacee, in quanto, tutti gli elementi nutritivi utili alla ripresa vegetativa vanno ad accumularsi negli organi di riserva (tronco e branche).
Infatti, dalla ripresa vegetativa alla fioritura l'assorbimento di alcuni nutrienti, come l'azoto, avviene quasi esclusivamente a spese delle sostanze di riserva accumulate negli organi legnosi nell'autunno precedente.

Un incremento nell'assorbimento dell'azoto si assiste in primavera durante l'accrescimento dei germogli e durante il processo di allegagione dei frutticini.




Un razionale piano di nutrizione deve tener conto di diversi aspetti:
specie, varietà, portinnesto, età della pianta, stato di "salute" della pianta, tipo di terreno,
caratteristiche chimico-fisiche del suolo, condizioni climatiche,
l'acqua utilizzata ai fini irrigui e ovviamente, l'obiettivo di resa

Dopo l'estate, a conclusione delle normali operazioni di potatura verde, le condizioni climatiche risultano essere le più idonee per l'assorbimento degli elementi nutritivi. Fino alla caduta delle foglie, generalmente, le temperature autunnali riescono a garantire l'attività di fotosintesi e l'accrescimento radicale è più rapido, anche grazie a una maggiore umidità tellurica che consente il normale svolgimento di tutti i processi di assorbimento di elementi nutritivi.
Una buona disponibilità di macroelementi (azoto, fosforo e potassio ) nel periodo autunnale favorisce una ripresa vegetativa adeguata e influenza positivamente anche la futura fruttificazione.

Per l'azoto, è fondamentale evitarne l'apporto in un'unica soluzione alla fine dell'inverno, in quanto si potrebbero verificare prolungamenti del ciclo vegetativo e lussureggiamento vegetativo con evidenti effetti negativi sull'epoca di maturazione e sugli aspetti qualitativi dei frutti.
Un terzo del fabbisogno azotato della coltura deve essere apportato in autunno, in quanto, gli apporti azotati devono essere eseguiti quando le foglie sono ancora attive dal punto di vista fotosintetico, in grado cioè di assimilarlo e metabolizzarlo prontamente.

La forma azotata che meglio si presta a questa azione è la forma ureica, meglio se distribuita per via fogliare impiegando urea tecnica con basso titolo di biureto.
L'urea presenta un elevato titolo di azoto (46%) ed è facilmente assimilabile dalle foglie (oltre il 90% dell'urea distribuito sulla chioma viene prontamente assimilato dalle lamine fogliari rispetto alla distribuzione al suolo).




Indubbiamente la nutrizione vegetale, riveste un ruolo fondamentale ai fini produttivi, 
sia sotto l'aspetto qualitativo dei frutti ma anche quantitativo in termini di resa. 
Non bisogna però trascurare altri interventi complemetari alla nutrizione: 
gestione della potatura e operazioni colturali come il diradamento
 

In altro modo, è importante considerare il tipo di suolo su cui si opera. La forma nitrica è quella più prontamente disponibile per le piante ma anche quella più soggetta a perdite per percolazione e lisciviazione, in quanto l'NO3- è un anione e non viene trattenuto dai colloidi argillosi.

In presenza di condizioni di temperature di suolo ottimali (20-25°C)  e in terreni con un buon drenaggio si può utilizzare anche la forma ammoniacale,  che viene convertita in forma nitrica (processo ossidativo di nitrificazione operato da microrganismi autotrofi del genere Nitrosomonas, in grado di ricavare energia mediante chemiosintesi di composti inorganici).
La concimazione organica eseguita successivamente ha soprattutto la funzione di reintegrare la fertilità fisica e biologica del suolo.

Nell'apporto dei concimi è molto importante considerare i rapporti di antagonismo/sinergismo presenti tra gli altri elementi nutritivi.
Il fosforo (assorbito prevalentemente come ione fosfato H2PO4-) se presente in quantità elevate può ridurre l'assorbimento dell'azoto. L'apporto di fosforo in autunno favorisce l'accrescimento dell'apparato radicale e, considerando la poca mobilità di questo ione nel suolo, l'umidità  del terreno, in quest'epoca, facilita la sua assimilazione.

 
 


Prima della caduta delle foglie, anche durante l'apporto dell'urea tecnica per via fogliare,
l'apporto di microelementi come B (boro) e Zn (zinco)
sono utili al processo di formazione e di induzione delle gemme

Il potassio (K+) pur non entrando a far parte di particolari composti organici presenti nella pianta, viene assorbito in notevoli quantità. Un apporto di potassio nel periodo autunnale è importante per regolarizzare i processi traspirativi e di mantenimento dell'equilibrio idrico. La sua azione meglio si esplica sulla resistenza dei tessuti vegetali al gelo e a altri stress abiotici (siccità) e biotici (resistenza agli attacchi dei parassiti). Quindi, in questo periodo si può pensare di apportare fosforo e potassio come fosfato monopotassico (52-34) o come fosfito di potassio (30-20 oppure 52-37).
Prima della caduta delle foglie, anche durante l'apporto dell'urea tecnica per via fogliare, l'apporto di microelementi come B (boro) e Zn (zinco) sono utili al processo di formazione e di induzione delle gemme.

Per il calcolo delle dosi è necessario tener conto della specie, varietà, età della pianta, "stato di salute" della pianta, portinnesto, caratteristiche fisico-chimice del suolo, condizioni climatiche e ovviamente l'obiettivo di resa che si intende ottenere.

 


A cura di Pasquale Carbone
Associazione L.a.Me.Ta., Libera associazione mediterranea tecnici in agricoltura


 

Associazione La.Me.Ta., Libera associazione mediterranea tecnici in agricoltura

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