Abbiamo dato uno sguardo alle 2384 pagine del bilancio generale dell’Ue per il 2020 e tra le innumerevoli voci di spesa abbiamo selezionato due argomenti che di solito affrontiamo da un diverso punto di vista. Vediamo quali.
 

Impollinatori, what else?

Sono due i progetti che inizieranno nel 2020 e riguarderanno le api e gli altri impollinatori, per un totale di 8 milioni di euro in 4 anni (3 per le api e 5 per gli altri impollinatori). Il primo progetto riguarda il sostegno alla realizzazione di un sistema di monitoraggio a livello Ue per gli impollinatori selvatici nei singoli Stati membri e la messa a punto dei relativi indicatori. Nell’immaginario collettivo si tende a considerare solo le api quali impollinatori, ma in realtà le api (seppur con 2000 specie catalogate) non sono i pronubi col maggior numero di specie: vincono questa classifica le falene, con 8000 specie, seguite dai sirfidi con 900 e dalle farfalle con 500.
Questo finanziamento sosterrà attività di sostegno agli Stati membri in materia di messa in comune di competenze e formazione degli esperti, coordinamento per l’attuazione del programma tra tutti gli Stati membri, assistenza per lo sviluppo delle capacità amministrative, finanziarie e accademiche, assistenza agli Stati con capacità inadeguate. Il finanziamento servirà anche per sviluppare ulteriormente il progetto pilota “Able” di monitoraggio delle farfalle che, iniziato nel 2018, interessa attualmente solo la metà degli Stati membri e che costituisce un valido apripista a questo, molto più ambizioso. Dai risultati di questo programma dipenderà la strategia globale di protezione degli impollinatori, che coinvolge tutta la filiera: dagli agricoltori, ai trasformatori delle derrate agricole e ai consumatori. Si calcola che il valore dell’attività degli impollinatori (espressa come produzione agricola) nella Ue sia di circa 15 miliardi di euro annui.
Più contenuto è il finanziamento alla raccolta di dati ambientali con l’aiuto delle api da miele e dei loro derivati, circa 3 milioni di euro in 4 anni. Anche in questo caso si parte da un progetto analogo iniziato nel 2018 con l’obiettivo di monitorare i contaminanti raccolti dalle api durante la loro attività che rappresentano un ottimo indice di stato ambientale, viste le notevoli distanze (anche 15 chilometri al giorno) che le bottinatrici sono in grado di percorrere giornalmente. Questo monitoraggio permetterà di tenere sotto controllo non solo gli agrofarmaci, già “super controllatissimi”, ma anche gli altri inquinanti ambientali che spesso hanno una dannosità di tutto rispetto e rimangono sottotraccia perché l’attenzione è focalizzata sugli agrofarmaci chimici, che ricordiamo sono tra i prodotti più normati e controllati al mondo.
 

Lotta integrata

Questo ulteriore progetto sulla lotta integrata destinerà qualche risorsa (un milione e mezzo di euro) allo sviluppo di tecniche per ridurre ulteriormente il chimico in fitoiatria ed anch’esso è la continuazione di un’attività iniziata nel 2018 e si prefigge di esaminare le misure di difesa integrata attuata in ogni Stato membro e di classificarne le risultanze per tipo di coltura. Sulla base di questi risultati si dovrà mettere a punto un pacchetto di strumenti per permettere agli agricoltori di coltivare in modo sempre più “sostenibile”.
 

Qualche curiosità

Spulciando il corposo documento non abbiamo resistito a vedere quanto ci costa l’Efsa (100 milioni di euro l’anno – capitolo 17 03 11), circa tre volte di più dell’Ema (Agenzia dei medicinali che abbiamo perso per sorteggio: 34 milioni di euro).
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Adozione definitiva (Ue, Euratom) 2020/227 del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2020