"La risicoltura italiana avrà grossi problemi senza Beam, si rischia una perdita di produzione fino al 20-25%, in un'annata di attacchi medi di brusone", ha affermato Carlo Legnani di Dow AgroSciences davanti alla platea di agricoltori riuniti a Vercelli, in occasione della Fiera in campo, per ascoltare i consigli tecnici dell'azienda in vista della stagione che si sta aprendo.
Dopo la pronuncia, nell'ottobre scorso, della Commissione Ue che ha detto no al triciclazolo indicando un abbassamento dell'Lmr (Limite di residuo) a 0,01 mg/kg da 1, limite precedente, c'è allarme: se la situazione non cambierà non sarà possibile utilizzare il Beam per contrastare il brusone.
"Dow AgroSciences - ha continuato Legnani - ha presentato al ministero gli studi richiesti. Gli esami, in Italia prima e in Unione europea poi, richiedono normalmente circa un anno. Questo significa che, per come stanno ora le cose, nella campagna 2017 non si potrà utilizzare. Se invece la Commissione si pronunciasse per il limite residuo a 1 mg per Kg allora si potrà chiedere l'autorizzazione d'emergenza. Molto quindi sta a voi", ha concluso Legnani, rivolto ai risicoltori.
I tempi sono strettissimi e le speranze poche ma non è detta l'ultima parola. Resta da capire quali saranno le indicazioni sulla produzione 2016. Il riso prodotto quando ancora l'Lmr era stabilito in 1 mg per kg deve essere commercializzato.
Secondo indiscrezioni pare che potrà essere messo in commercio fino a esaurimento scorte, ma non ci sono ancora documenti ufficiali in questo senso.
Sempre indiscrezioni che circolano fra i bene informati indicano che i Pma (Paesi meno avanzati) potranno continuare a esportare verso l'Unione europea il riso Basmati prodotto con il limite di 3 mg per kg per più tempo rispetto alla fine dell'autorizzazione al commercio dei produttori europei.
La circostanza, se confermata, infiammerebbe ulteriormente gli animi fra i risicoltori, già sul piede di guerra per via dell'invasione di riso dai paesi Pma dopo l'eliminazione dei dazi d'ingresso in Ue.