Messa alle spalle un'annata da dimenticare come quella 2013, con semine ritardate fino ai primi di giugno, i maiscoltori hanno potuto affrontare la stagione 2014 con maggiore serenità, pianificando in modo sufficientemente razionale i piani di semina.
In ogni caso, anche quest'anno è stato possibile solo in alcuni areali seguire la strategia di anticipare le semine, approccio tecnico atto a minimizzare gli attacchi di piralide, al secolo Ostrinia nubilalis.
Ora si tratta quindi di individuare il momento più corretto per effettuare il trattamento insetticida. O meglio, i momenti. Perché i prodotti a disposizione sono diversi e sono caratterizzati da comportamenti e modi d'azione che ne tengono separati i momenti di impiego.
Un sistema empirico da utilizzarsi in campo, già utilizzato con successo in passato per posizionare i trattamenti, è quello di annotare il viraggio delle infiorescenze femminili dal color verde al giallo. Ciò però fornisce solo un'indicazione sommaria, da corroborarsi poi tramite un attento monitoraggio effettuato tramite apposite trappole a feromoni e osservazioni dirette sulle piante alla ricerca delle ovature.

Ovicidi o larvicidi?

 
Oltre a dover fronteggiare gli attacchi del noto lepidottero, gli agricoltori devono anche combattere fra loro per accaparrarsi i servizi dei contoterzisti che effettuano solitamente i trattamenti con l'ausilio degli appositi macchinari, volgarmente chiamati "trampoli".
Un modo per minimizzare le competizioni interaziendali e per razionalizzare le prenotazioni è quello di sceglire insetticidi aventi differenti posizionamenti in campo. Diverse sono infatti le sostanze attive attualmente registrate(*) in Italia contro la piralide.

Contro le uova: diflubenzuron (gruppo Irac 15) è l'unico inibitore della sintesi della chitina utilizzabile su mais. Il suo comportamento è  quindi un ovicida puro. Il suo utilizzo precoce, all'inizio della fase di ovideposizione, poggia su una buona persistenza della molecola nel tempo, assicurando periodi di protezione sufficienti. Tallone d'achille della molecola è l'assenza di azione di vapore, come pure non aiuta l'incapacità della sostanza attiva di ridistribuirsi sui tessuti fogliari dopo il trattamento. Ciò implica una particolare attenzione al momento dell'applicazione, la quale deve essere effettuata garantendo l'omogenea copertura delle superfici vegetali.
Il ricorso a diflubenzuron consente di sottrarsi però alla sarabanda di prenotazioni per i trattamenti da effettuarsi con larvicidi, la cui finestra applciativa è talvolta più stretta della disponibilità dei terzisti e dei loro mezzi. Ciò porta una certa percentuale di trattamenti ad essere effettuati tendenzialmente troppo presto, mentre un'altra percentuale finisce giocoforza con l'essere operata quando ormai inizia a essere tardi. 

Contro le larve: servono prorodotti abbattenti e veloci.  Una famiglia chimica che spicca in tal senso è quella dei piretroidi. Appartenenti al gruppo Irac 3A, agiscono sui canali del sodio del sistema nervoso degli insetti. Fra le sostanze attive di questa storica famiglia si trova per esempio cipermetrina. mix racemico di otto isomeri, fra i quali è possibile però acquistarne di singoli, come per esempio alfa-cipermetrina oppure zeta-cipermetrina.
cipermetrina può essere applicata da sola oppure si può sceglire formulati ove sia presente in miscela con esteri fosforici come clorpirifos-metile, anch'esso fortemente larvicida.
SOltre alla cipermetrina si trovano poi in banca dati altri piretroidi, quali  deltametrina, ciflutrina e lambda-cialotrina.
 
Anch'esso caratterizzato da ampio potere abbattente, ma non piretroide, si incontra etofenprox (Irac 3A). Al contrario, si mostra prodotto da applicare precocemente  indoxacarb, della famiglia chimica delle ossadiazine (gruppo Irac 22A).  Il suo momento ottimale di applicazione è quindi all'inizio della fase di schiusura delle uova.
Fra i già citati esteri fosforici, sono registrate su mais due molecole di consolidata efficacia: clorpirifos e clorpirifos-metile. Usati in miscela con i piretroidi offrono una maggiore persistenza d'azione, permettendo quindi una maggiore flessibilità nel posizionamento delle applicazioni.
 
Ovo-larvicidi: quasi a rappresentare un ponte fra le due categorie di prodotti sopra menzionati, giunge clorantraniliprole. Questa sostanza attiva si mostra infatti comportamenti ovo-larvicidi, offrendo da un lato buona persistenza sulle superfici vegetali e dall'altro assicurando una buona azione larvicida accompagnata da una maggiore selettività sugli artropodi utili rispetto a piretroidi ed esteri.
Per ampliarne la finestra d'impiego e l'efficacia, clorantraniliprole si trova in commercio anche come miscela con lambda-cialotrina. L'unione delle due sostanze attive assicura elevata complementarietà d'azione contro la piralide.
 

Controllo biologico? Si può...

 
La Natura può sare una mano. I maiscoltori che abbiano scelto di produrre granturco biologico possono contare su un battere, il Bacillus thuringiensis, e su un parassitoide, il Tricogramma Maidis.
Il primo, com'è noto, produce tossine specifiche contro le larve di lepidottero, mentre il secondo prospera a spese proprio delle uova di Piralide. Utilizzando i formulati contenenti questi strumenti di lotta si può arginare la piralide anche negli appezzamenti a Bio.
 
 
(*) In banca dati Fitogest.com sono raccolte le sostanze attive atte al controllo della piralide. Cliccando sui nomi delle singole sostanze si giunge alle rispettive pagine di approfondimento, dalle quali è possibile accedere anche ai relativi formulati in commercio.