Una corsa contro il tempo anche perché il Comitato avrebbe dovuto insediarsi entro lo scorso 13 novembre 2012 (10 mesi prima dell’effettivo insediamento) e presentare il Pan entro il 26 novembre 2012 per permettere agli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, a partire dal 1 gennaio 2014 di applicare i principi generali della difesa integrata obbligatoria.
Per arrivare all’approvazione del Piano, (oggi un documento di 90 pagine attualmente disponibile nella versione dell’8 novembre 2012), è stata svolta una consultazione pubblica fino al 15 gennaio 2013 e, attraverso questa operazione, sono state raccolte oltre 750 pagine di osservazioni e commenti portate da 112 portatori di interesse…
Tutte le osservazioni sono state suddivise in funzione dei diversi “Capitoli” in cui è suddiviso il Pan:
• Premesse
• Formazione
• Informazione e sensibilizzazione
• Controllo delle attrezzature
• Misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico
• Tutela dei siti Natura 2000 e delle aree naturali protette
• Difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari
• Difesa integrata obbligatoria
Qui prendiamo in considerazione le principali osservazioni raccolte sulle Premesse e sulla Difesa obbligatoria. Nei prossimi tre articoli che seguiranno, prenderemo in esame le informazioni raccolte sugli altri 6 capitoli.
Le principali osservazioni sulle “Premesse” del Pan
Secondo la “parte agricola” il Pan dovrebbe riportare, in premessa l’analisi dello stato dell’arte, analogamente ai Piani degli altri Stati membri. Infatti molte delle misure previste sono già applicate da anni in Italia. Solo dopo aver svolto tale analisi, avendo chiaro il quadro di riferimento, le carenze e le criticità, si dovranno ricavare quindi obiettivi possibili e coerenti, modalità, azioni o misure da mettere in atto.
Molte opposizioni sono state raccolte anche sul concetto di “riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari”: infatti l’obiettivo indicato dalla dir. 2009/128/CE non è quello di ridurre al minimo indispensabile i fitofarmaci, ma di promuovere la riduzione del rischio nell’uso degli stessi come stabilito dall’art. 1 della stessa direttiva. L’argomento oggetto del Piano, nonché della direttiva di riferimento, è l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Diametralmente opposte le osservazioni della “parte ambientale”; secondo gli ambientalisti il Pan dovrà necessariamente riportare almeno una prima quantificazione degli obiettivi di riduzione dell’uso, ferma restando la possibilità di una modifica o di un’integrazione degli obiettivi medesimi ad avvenuta approvazione dei nuovi Programmi di sviluppo rurale.
Le principali osservazioni sulla “Difesa integrata obbligatoria” del Pan
Si tratta della misura che maggiormente preoccupa il mondo agricolo.
Secondo gli operatori sarà molto difficile spiegare al consumatore (e valorizzare) i tre livelli di produzione “made in Italy” prospettati dal Pan (biologico, integrato obbligatorio e integrato volontario).
Levata di scudi contro l'obiettivo prioritario che ci si prefigge il Pan: non solo la riduzione dell'impiego dei prodotti fitosanitari, ma la particolare attenzione posta su quelli a base delle sostanze attive individuate come candidate alla sostituzione (A7.1 comma 2). Qui si intuisce l'intenzione di anticipare, in ambito nazionale, ciò che negli altri paesi europei avverrà solo dopo l'applicazione della norma comunitaria (tra qualche anno).
Questo sarebbe in netta contrapposizione alle strategie antiresistenza poi enunciate in A.7.2.3 lettera d) e avrebbe ripercussioni gravi sulla stessa concorrenzialità delle produzioni nazionali non solo con i paesi extra Ue ma anche con gli stessi paesi Ue che adottano strategie diverse rispetto alla limitazione delle sostanze attive.
Inoltre la “parte agricola” contesta la previsione dell’uso di soli prodotti fitosanitari che presentino il minor rischio per la salute umana e l’ambiente.
Nell’ambito della difesa integrata obbligatoria occorre prevedere adeguate misure ed indirizzi idonei ad orientare l’agricoltore ad adottare i prodotti meno tossici per la salute umana e l’ambiente mantenendo sempre come prioritario l’obiettivo di difendere le colture da patologie suscettibili di compromettere l’esito della produzione finale ed i requisiti di sicurezza alimentare dei prodotti.
Gli agricoltori suggeriscono, per la difesa integrata avanzata, un disciplinare unico nazionale e non delle “Linee guida nazionali” e 21 disciplinari regionali diversi.
Inoltre secondo gli agricoltori le amministrazioni competenti, si dovranno impegnare a mettere le imprese agricole nella condizione di poter “conoscere, disporre direttamente o avere accesso ai bollettini, alle reti di monitoraggio ecc.” e non scaricare questa responsabilità sui singoli produttori
Da parte delle Regioni, levata di scudi in quanto non accettano l’impegno a mettere a disposizione delle aziende agricole un apposito servizio di consulenza, nell’ambito degli strumenti della PAC, nel caso in cui non sia presente alcuna rete di assistenza e monitoraggio. Per questo chiedono di prevedere opportuni strumenti finanziari che, ad oggi, non si prospettano all’orizzonte.