Non bastavano il fortunale e la tromba d'aria a mandare al tappeto il 30% dei raccolti nella zona dell'Alto Mantovano. Oltre ai danni immediati, infatti, si profila per il mais un 'allarme aflatossine', un fungo che rende inutilizzabile il prodotto raccolto a fini alimentari.

"La grandinata e la tromba d'aria hanno danneggiato le pannocchie – rileva il presidente dell'Apima di Mantova, Marco Spezialispalancando le porte al problema delle aflatossine. In fase di trebbiatura del mais credo sarà inevitabile trovarsi di fronte a questo grave danno, che va ad aggiungersi alle perdite di prodotto".

Con simili prospettive, Speziali suggerisce agli imprenditori agricoli e ai colleghi contoterzisti di muoversi su due fronti: trinciare il mais e destinarlo alla produzione di ceroso per l'ingrasso dei bovini da carne ("in questo caso l'acidità stessa del ceroso impedirebbe lo sviluppo delle aflatossine") oppure utilizzare il raccolto a scopi energetici, per ottenere energia elettrica con la digestione anaerobica del biogas, "magari come integrazione dei reflui zootecnici".

Se si escludono le zone colpite dal maltempo, diffuse anche in Veneto e in parte in Piemonte, lo sviluppo del mais al momento sembra regolare. "Il caldo di queste ultime settimane ha fatto sì che le piante recuperassero la situazione iniziale di stress, causata dal freddo e la forte piovosità registrati immediatamente dopo le semine – osserva Speziali – per cui possiamo notare una crescita ed uno stato vegetativo attuale regolare".

Piuttosto, il presidente di Apima Mantova suggerisce di prestare molta attenzione alla fase di raccolta. "Non bisognerà aspettare che il mais sia troppo secco – raccomanda – ma sarà importante raccoglierlo quando l'umidità del prodotto sarà intorno al 22-23%, per poi essiccarlo immediatamente. Il mais, inoltre, non dovrà rimanere ammucchiato sui piazzali per più di 24 ore dalla raccolta, ma andrà essiccato quanto prima. Anche la fase di pre-essiccazione è cruciale per avere un buon prodotto, immune da aflatossine. Più si aspetta, più si innescano fenomeni di fermentazione, che danneggiano irreversibilmente il prodotto".