La presenza di larve di ditteri fungivori e di altri artropodi all’interno dei funghi spontanei è un fenomeno molto diffuso in natura e del tutto incontrollabile da parte dell’uomo; tuttavia la semplice ingestione non ha alcun impatto sanitario e non costituisce alcun rischio per la salute.

Prendendo l’esempio dei porcini, si ha una presenza di “parassiti” nella quasi totalità dei funghi presenti in commercio.

Tuttavia, per la legge italiana “è vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere… o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari… insudiciate, invase da parassiti…” (L. 283/62 art. 5 lett. d) e la violazione di questa norma ha rilevanza penale.

Ciò comporta uno spreco di risorse pubbliche, dedicate al contrasto di un fenomeno che non presenta alcun rischio sanitario e che è assolutamente ineliminabile, a meno che non si tolgano dal commercio tutti i funghi spontanei.

La principale responsabilità dell’attuale situazione è dovuta al vuoto normativo e all’adozione di una metodica di analisi dei funghi scorretta.

Questo ha evidenziato la lettura del dott. Nicola Sitta, promossa dalla sezione Centro-Est dei Georgofili,  che si è svolta all’Università di Ancona.