Il controllo dei parassiti è essenziale per garantire produzioni agricole e zootecniche stabili e sicure: di fronte a nuove minacce e a strumenti sempre più limitati, servono soluzioni scientifiche innovative ed efficaci.
Proprio per questo l'Accademia dei Georgofili ha organizzato la giornata di studio "Razionalizzazione delle attività di controllo dei parassiti nelle colture e negli allevamenti", tenutasi il 6 novembre 2025 presso la sede dell'Accademia stessa a Firenze. L'evento è stato organizzato in collaborazione con Fidaf, la Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali.
Il convegno è stato la prosecuzione di quello svolto lo scorso anno dal titolo "Razionalizzazione dei sistemi colturali e zootecnici per la salvaguardia ambientale" e ha voluto riallacciarsi a quanto scritto nella Dichiarazione di Dublino del 2022: "I sistemi colturali e zootecnici devono progredire sulla base dei più elevati standard scientifici. Sono troppo preziosi per la società per diventare vittime di semplificazioni, riduzionismo o fanatismo. Questi sistemi devono essere integrati nella società e avere da questa un'ampia approvazione. Per questi gli scienziati sono invitati a fornire prove affidabili: nutrizionali e per la salute dei prodotti vegetali e animali, della sostenibilità ambientale, dei valori socio-culturali ed economici nonché delle soluzioni per i numerosi miglioramenti necessari. Questa dichiarazione mira a dar voce ai numerosi scienziati di tutto il mondo che fanno ricerca diligentemente, onestamente e con successo in varie discipline al fine di raggiungere una visione equilibrata del futuro dell'agricoltura".
La prima sessione è stata dedicata alle colture, con un focus sui più recenti progressi nella difesa da funghi, batteri, virus e fitoplasmi; la seconda sessione ha invece riguardato gli allevamenti, affrontando strategie sanitarie, genetica e riduzione dell'uso dei farmaci.
Nel corso dell'evento, la professoressa Annalisa Polverari dell'Università di Verona ha sottolineato un paradosso ricorrente: l'utilizzo di scoperte della ricerca genetica per curare l'uomo è molto apprezzato dall'opinione pubblica mentre non è così per l'agricoltura, anche se la tecnologia è esattamente la stessa.
Polverari ha fatto riferimento al noto caso del bambino siriano affetto da epidermolisi bollosa giunzionale, una grave malattia genetica che causa un progressivo distacco della pelle, curato con terapia genica e trapianto di pelle modificata.
“Il patrimonio genetico compromesso delle cellule di questo bambino è stato sanato inserendo le copie corrette dei geni difettosi - ha spiegato Polverari - Eppure, nel caso delle malattie umane la percezione beneficio-costo da parte dell'opinione pubblica è molto elevata, mentre nel caso delle piante che tutti noi mangiamo questa percezione è molto vaga e il singolo consumatore è spesso inconsapevole di quanto può essere importante una produzione agraria più rispettosa dell'ambiente grazie alle nuove tecnologie che danno agli agricoltori gli strumenti per produrre in maniera sostenibile.
Attualmente molti fitofarmaci sono stati revocati in quanto tossici e quindi mancano molecole attive efficaci, oltre a questo i cambiamenti climatici aumentano la pressione di molti patogeni: l'agricoltore non riesce più a produrre in quantità né ai costi ai quali siamo abituati.
La sostenibilità deve necessariamente diventare un problema del singolo cittadino e consumatore in un mondo in cui c'è bisogno di produrre di più utilizzando meno input: questo possiamo farlo soltanto con la ricerca nel settore delle tecnologie di evoluzione assistita che permettono di potenziare geni già presenti nel patrimonio genetico delle singole piante, per renderle più resistenti nei confronti degli stress biotici e abiotici, soprattutto in tempi brevi. Le varietà resistenti si sono infatti prodotte da sempre tramite incrocio ma questa è una procedura che richiede troppo tempo, cosa che oggi non abbiamo”.
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Fonte: AgroNotizie®































