"Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per la decisione presa dalla Commissione sementi che ha bocciato l'iscrizione dal registro di un mais Ogm". Lo afferma il presidente della Giuseppe Politi il quale ribadisce che l'agricoltura italiana non ha bisogno di biotech. Un'importante risposta alle ultime decisioni Ue che con l'autorizzazione della patata transgenica Amflora ha posto fine alla moratoria sugli organismi geneticamente modificati.
"Questa decisione, che rispecchia la posizione della stragrande maggioranza dei consumatori italiani contrari alle manipolazioni genetiche in agricoltura, è una risposta chiara - aggiunge Politi - all'orientamento che sta assumendo l'Ue che, dopo oltre dieci anni, con l'autorizzazione della patata transgenica Amflora ha messo la parola fine alla moratoria sugli organismi geneticamente modificati".
"In questi anni la nostra agricoltura - rileva il presidente della Cia - è riuscita a tutelare la sua inimitabile varietà sia grazie all'azione svolta dai produttori che a quella della scienza che, però, non ha avuto certo bisogno degli Ogm per andare avanti".
"La nostra ferma contrarietà agli Ogm non scaturisce, quindi, da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può annullare la nostra idea di agricoltura. Annullare l'unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. Non si tratta - sottolinea Politi - di una posizione oscurantista. Tutt'altro. Noi chiediamo alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo può fare senza ricorrere agli organismi geneticamente modificati, come, del resto, è avvenuto fino ad oggi con risultati eccezionali".
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