In una lettura che si è svolta ieri all’Accademia dei Georgofili, il professor Luigi Frusciante dell’Università di Napoli ha ripercorso la storia della patata e della sua diffusione.
La domesticazione di questa pianta, originaria del Centro Sud America, fu opera delle popolazioni andine più di quattromila anni fa. Il tubero cominciò a diffondersi in Inghilterra, in Irlanda e poi in Francia, anche se con notevole ritardo perché ritenuto portatore di malattie. In Italia fu introdotta dai frati carmelitani e ben presto sostituì anche i cereali, nell’alimentazione degli animali. Grazie alle sue proprietà nutrizionali, alla sua versatilità agronomica e soprattutto alla grande resa produttiva, divenne la fonte di sostentamento principale a cominciare dalle popolazioni rurali.
Attualmente la patata è la quarta coltura al mondo per estensione dopo grano, riso e mais e rappresenta tuttora un alimento importante per gli uomini. La sua immagine di 'cibo dei poveri' è stata profondamente rivalutata, essendo un alimento con basso contenuto calorico, ricco di carboidrati, privo di grassi e con un buon apporto di fibre, vitamine essenziali e minerali.
Il professor Frusciante ha ricordato che in Italia, dopo il pomodoro, la patata rappresenta la coltura più diffusa. Inoltre le sue caratteristiche genetiche della patata sono tali da prestarsi ad un ulteriore e profondo miglioramento.
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Fonte: Accademia dei Georgofili