"Non ho mai parlato di sanatoria tombale degli impianti esistenti e sottolinea che, in materia di politiche energetiche, la competenza è del ministro dello Sviluppo economico".

Così il ministro Saverio Romano precisa la propria posizione nei confronti delle fonti rinnovabili agricole, le cosiddette agro energie, dopo le notizie circolate nei giorni scorsi su un possibile condono in materia.

Integrazione dell'approvvigionamento energetico e riduzione della dipendenza dalle fonti fossili per mezzo delle bioenergie, riduzione dei gas serra che, attraverso reazioni chimiche complesse nell'atmosfera, alterano il clima e l'ambiente del pianeta, sostegno allo sviluppo dell'industria agricola ed integrazione del reddito dei produttori e valorizzazione di sottoprodotti e biomasse, ridefinizione delle classificazioni dei rifiuti agricoli da usare come biomasse, migliorare la sostenibilità delle pratiche agricole.
Questi i temi su cui il ministro è impegnato, come fa sapere in una nota, "ben consapevole che lo sviluppo di questo settore rappresenta un'opportunità di crescita per le imprese agricole e per la crescita del Pil del settore agricolo stesso".

In questo contesto, il ministro Saverio Romano pone l'attenzione alle fonti rinnovabili sia nella velocità dell'innovazione necessaria per ridurre sempre più la dipendenza dalle fonti fossili sia nel capitalizzare il lavoro svolto in questi pochi anni sul territorio. Rispondendo alle domande incalzanti dei giornalisti, infatti, proprio per scongiurare una probabile crisi energetica che il nostro Paese avrà difficoltà ad affrontare, sottolinea come non si possa perdere l'occasione di ripristinare la legalità per recuperare le risorse spese nel passato. L'equivoco del condono nasce, quindi, in un contesto dove futuro e passato si mescolano per preparare il nostro Paese ad affrontare con maggiore forza il futuro.
Ed è proprio nella dinamica di questa dialettica che, con molta probabilità, possono essere state fraintese le comunicazioni del ministro che, ribadisce senza alcun dubbio, non si riconosce affatto nell'interpretazione di 'sanatoria tombale' del passato.

In conclusione il ministro evidenzia l'importanza di verificare ogni possibile via, oltre alle rinnovabili, per avere certezza dell'approvvigionamento energetico e per preservare il nostro pianeta dalle catastrofi che si profilano con l'alterazione del clima. La via è la ricerca e lo sviluppo e le tecnologie non possono limitarsi alle sole fonti rinnovabili ed al risparmio energetico. Queste devono crescere più di quanto oggi non siamo riusciti a fare, ma da sole non saranno sufficienti a soddisfare una domanda che tornerà a crescere. Secondo il ministro il Paese deve investire senza ulteriori indugi anche nelle tecnologie nucleari di prossima generazione che risolvono sia il problema delle scorie (non si producono e si bruciano quelle esistenti) sia la disponibilità del combustibile che diventa illimitato e sganciato dalle dinamiche del mercato.