Innovazione, sostenibilità e produzione: questi sono i tre temi centrali su cui si basa Battistini Vivai, azienda specializzata in piante da frutto innestate e portainnesti micropropagati. L'azienda ha inaugurato lunedì 6 maggio 2024 il nuovo laboratorio di micropropagazione denominato "VitroLeaf by Battistini" in via Settecrociari 1039 a Cesena, e festeggiato i 75 anni di attività.
L'inaugurazione ha visto la partecipazione di Giuliano Dradi, direttore generale di Battistini Vivai, dei soci senior e dei soci junior. Come istituzioni hanno partecipato Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna e Enzo Lattuca, sindaco di Cesena. Mentre come centri di ricerca e divulgazione hanno partecipato la Società di Ortoflorovivaismo Italiana con Antonio Ferrante e l'Università di Udine con Raffaele Testolin.
L'innovazione principale della nuova struttura è la presenza al suo interno della VitroLeaf Tower, ovvero una sala di coltura completamente robotizzata e che può contenere fino a 3,5 milioni di piante.
"Abbiamo l'obiettivo di arrivare ad una potenzialità di produzione attorno ai 20 milioni di piante all'anno. La micropropagazione come ben sapete ci permette di ottenere piante geneticamente uguali alle piante madri, sane e certificate" spiega Giuliano Dradi, direttore generale di Battistini Vivai.
L'azienda, infatti, attualmente produce 12 milioni di piante all'anno in diversi formati per poi esportarle in differenti paesi del mondo. Ma non solo, la struttura contiene anche un fitotrone, una cella climatica di dimensioni più contenute rispetto alla VitroLeaf Tower, adibito alla sezione di ricerca e sviluppo interno dell'azienda.
Il laboratorio VitroLeaf by Battistini ha installati 262 pannelli fotovoltaici per rifornire di energia le operazioni produttive, 2.100 luci a led per la crescita delle piante, un sistema di recupero e fitodepurazione delle acque reflue e un sistema di domotica interno.
La VitroLeaf Tower
Questa sala di coltura è alta 8 metri, lunga 67 metri e composta da 22 piani in cui le piantine crescono in condizioni protette, sia a livello ambientale che a livello sanitario. È gestita da un traslo elevatore automatizzato che tramite un software sposta il materiale micropropagato (cioè dentro i contenitori di vetro su un substrato di coltura artificiale) e riportarlo alle rispettive posizioni sui ripiani. La peculiarità di questa torre è che non è accessibile dal personale perché interamente robotizzata.
È composta inoltre da due celle climatiche che simulano diverse condizioni: una cella con 22 gradi e con luci a led che alternano16 ore di luce e 8 ore di buio, e una cella con 4 gradi tenuta sempre al buio.
Lo scopo è quello di simulare nella prima cella una classica giornata con l'alternanza giorno-notte; mentre nella seconda cella viene simulato il periodo invernale, con lo scopo di tenere il materiale vegetale a riposo e conservarlo correttamente.
Le piantine sostano nella VitroLeaf Tower per una quarantina di giorni per poi passare agli step successivi della produzione che sono il rinvaso nei jiffy con torba (primo ambientamento e ulteriore sviluppo delle radici), l'ambientamento in serra e poi l'ambientamento in ombraio. Dopo questi passaggi la pianta finale è pronta per la vendita e per la coltivazione in pieno campo, perché oramai acclimatata alle condizioni atmosferiche esterne.
Il fitotrone
All'interno della struttura l'azienda ha installato anche un fitotrone, dedicato esclusivamente alle attività di ricerca e sviluppo.
"Il fitotrone non è altro che una cella climatica. In questo caso noi ne abbiamo sviluppate due diverse, ovvero sono due celle climatiche anche in questo caso con temperatura, umidità e flusso d'aria controllati che riproducono un pochino più in piccolo la coltivazione un po' più massiva della nostra VitroLeaf Tower" spiega Laura Laghi di Battistini Vivai.
Con il fitotrone si ha la possibilità di ricreare condizioni ambientali più specifiche e particolari, come ad esempio generare un ambiente simile a quello tropicale.
In quello di Battistini è possibile mantenere due temperature diverse nelle due celle, ad esempio 18 gradi in una e 28 gradi nell'altra. E con le luci a led si può riprodurre un grado di luminosità differente non solo fra le due zone ma anche fra i ripiani, in questo modo si può osservare e studiare le risposte fisiologiche della pianta a diversi livelli di luminosità o intensità luminosa.
La micropropagazione: che cos'è e i suoi vantaggi
La micropropagazione (o coltura in vitro) è una tecnica di propagazione del materiale vegetale realizzato in laboratorio e in ambiente sterile.
Si possono usare apici o gemme che vengono coltivati dentro dei contenitori di vetro o plastica su un substrato nutritivo artificiale, in grado di fornire tutti gli elementi essenziali al loro sostentamento cioè ormoni, vitamine e sali minerali. Infatti, le piantine quando si trovano in questa fase non hanno bisogno di essere irrigate né concimate.
Altro aspetto importante di questa tecnica sono le condizioni di sterilità che vengono mantenute sia nelle camere di crescita che nelle sale cappa in cui gli operatori lavorano. La condizione di sterilità consente di non avere contaminazioni da parte di patogeni e malattie, fornendo così materiale sano.
Completato il ciclo in laboratorio come scritto in precedenza tutte le piantine prodotte in vitro devono successivamente essere acclimatate in serra e quindi trapiantate in vaso o messe a dimora in vivaio.
La micropropagazione consente di ottenere così grandi quantità di piante sane, tutte geneticamente identiche alle piante madri, in breve tempo rispetto ai tradizionali sistemi di propagazione e senza essere condizionati dalla stagionalità.
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Fonte: AgroNotizie®