La sua diffusione ha raggiunto l'apice negli anni '50, quando l'Italia era il secondo produttore al mondo con una estensione di circa 90mila ettari. In seguito, l'avvento delle fibre tessili sintetiche e i provvedimenti legislativi che avevano inserito la pianta della canapa tra quelle per la produzione di sostanze stupefacenti, senza distinguere le varietà a basso ed alto tenore di tetraidrocannabinolo (Thc), che è il principio attivo psicotropo, hanno portato alla scomparsa di questa coltura nel nostro paese.
Attualmente, con l'approvazione della legge n. 242 del 2 dicembre 2016 è stata riammessa la coltivazione della canapa industriale a basso contenuto di Thc (< 0,2%) che reca tra le proprie finalità "il sostegno e la promozione della coltivazione della filiera della canapa (Cannabis sativa L.), quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità, nonché come coltura da impiegare quale possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura di rotazione".
In questo contesto, il dipartimento di Scienze agrarie e forestali (Dafne) dell'Università degli studi della Tuscia, in collaborazione con i dipartimenti di Chimica e tecnologia del farmaco, di Management e di Medicina sperimentale della Sapienza dell'Università di Roma, sta svolgendo una sperimentazione dal titolo "La canapa industriale: sviluppo e valorizzazione di una filiera agroalimentare ecosostenibile".
Il progetto di ricerca, iniziato nel giugno 2018 e della durata di 26 mesi, ha come obiettivo principale la reintroduzione della canapa industriale nella Regione Lazio attraverso:
- l'individuazione delle varietà commerciali di canapa idonee all'ambiente pedo-climatico del Lazio;
- la messa a punto delle tecniche di coltivazione di pieno campo;
- l'identificazione di appropriati protocolli analitici per studiare il profilo chimico-nutrizionale delle infiorescenze, dei semi della canapa e dei prodotti derivati quali olio, farine, ecc.;
- la valutazione economica, ambientale e sociale riguardo le potenzialità di filiere della canapa industriale.
Il progetto mira a soddisfare il bisogno di innovazione in agricoltura, intravedendo nella coltura della canapa una nuova opportunità di sviluppo per realtà territoriali vocate a produzioni agricole di alta qualità con particolare riguardo all'area Agri-Food.
I risultati della ricerca saranno messi a disposizione dei diversi soggetti interessati in modo da poter valutare in termini economici, sociali e ambientali, i costi e i benefici degli interventi proposti dal progetto. A compimento del primo anno di attività si è svolta presso il Dafne, il 4 luglio 2019, una giornata informativa sui risultati ottenuti alla quale hanno partecipato numerose aziende del settore. In particolare, è stato evidenziato come differenti varietà di canapa industriale e pratiche agronomiche possano influenzare non soltanto la resa di seme, infiorescenze e biomassa, ma anche la qualità dei prodotti riguardo il profilo dei cannabinoidi, la capacità antiossidante, il contenuto di clorofille e carotenoidi.
Ringraziamenti
L'articolo rientra nell'attività svolta nell'ambito WP7 del Progetto 'Safe-Med' finanziato al dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università degli studi della Tuscia dal Miur (legge 232 del 2016 - dipartimento di eccellenza).
La ricerca è stata finanziata dalla Regione Lazio "Progetto di ricerca, finanziato ai sensi della L.R. 13/18".
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Fonte: Università degli Studi della Tuscia - Dipartimento di Scienze agrarie e forestali