Il Macfrut di Cesena è stata l’occasione che ha visto i consorzi altoatesini Vog e Vip celebrare i 60 anni di innovazione varietale nel campo della melicoltura in Alto Adige/Südtirol, la principale zona italiana di produzione.

Grazie alla collaborazione del Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg, Vog e Vip hanno ripercorso la storia e le caratteristiche delle numerose varietà di mela che hanno fatto la fortuna dell’Alto Adige, dalle tipologie più tradizionali come Gala, Golden Delicious, Granny Smith, Fuji o Red Delicious, fino alle moderne varietà a club come Pink Lady® Rosy Glow*, Modì® Civg198*, Rubens® Civni* o le più recenti Kanzi® Nicoter* e Jazz® Scifresh*.

"Nella Comunità europea si registra una leggera riduzione nelle produzioni - ha commentato Alessandro Dal Piaz di Assomela - rispetto alle previsioni di inizio agosto (calo di 25 mila tonnellate), così come in Italia (calo di  5 mila tonnellate). In Italia si rileva una previsione in leggero incremento in alcune aree, specialmente della collina, dovuto alle buone condizioni di clima e piovosità che hanno favorito l'accrescimento dei frutti, compensato però da un trend in diminuzione in altre aree, sia per minori frutti presenti in pianta che per il danno che il caldo e la siccità di agosto hanno determinato".


Abbiamo chiesto a Gerhard Dichgans, direttore di Vog, e Walter Guerra, responsabile di Pomologia nel Centro Laimburg, un commento sulla situazione presente e sulle prospettive future del settore.


Quale è la situazione produttiva delle mele in Alto Adige/Südtirol? Quale quella italiana ed europea?
“Nel 2012 sono previste raccolte in Alto Adige per quasi un milione di tonnellate - ha spiegato Gerhard Dichgans - : circa la metà dell’intero raccolto italiano e circa il 6% del raccolto di mele in Europa. Oltre 10.800 ettari di superficie coltivata in Alto Adige tra Merano, Bolzano, Bressanone e le zone della Bassa Atesina.
In Italia la produzione si prospetta essere di poco sotto le 2 milioni di tonnellate, con una contrazione del 13% rispetto al 2011. A livello regionale abbiamo un -15% nell’Alto Adige, un -11% nel Trentino e un -10% mediamente nelle altre regioni italiane.
In Europa le previsioni di produzione per il 2012 riportano un volume di mele di 9.739.000 tonnellate, con una riduzione del 9% rispetto alla produzione consuntiva del 2011. Il dato deriva dalla eterogenea situazione dei diversi Paesi, riconducibile agli effetti delle gelate primaverili nell’area occidentale della Comunità europea, rispetto all'Est Europa che non è stata interessata da questo fattore. Se guardiamo i singoli Paesi abbiamo: Francia (-32) Austria (-23%), Belgio (-30%), Olanda (-23%), Spagna (-24%), Germania (-3%).
E' però la Polonia il paese che condiziona l'andamento delle produzioni comunitarie, con un aumento previsto del 12%, che tende a riequilibrare le previsioni per il raccolto 2012. Si ha quindi un’Europa divisa che va a due velocità: da una parte l’Europa occidentale con un trend produttivo negativo del 18% e dall’altra l’Europa dell’Est con un trend positivo dell’11%”.


Quali sono le prospettive per la stagione 2012/2013?
“Dopo un 2011 difficile con una produzione di oltre 10 milioni di tonnellate - ha notato Gerhard Dichgans -, come già accennato nel 2012 si stima una produzione europea al di sotto dei 10 milioni di tonnellate, livello produttivo ritenuto punto di equilibrio per il mercato delle mele.
Grazie però ad un’attenta gestione e programmazione dei volumi venduti ed una corretta politica del prezzo siamo riusciti a ridurre le difficoltà della passata stagione, ad esempio, impedendo la sovrapposizione tra prodotto stoccato in magazzino e quello recentemente raccolto. Possiamo dire che la partenza della stagione commerciale 2012/2013 risulta essere buona. Non dobbiamo però dimenticare le diverse problematiche legate al settore specifico e alla situazione economica generale, che porta il consumatore ad avere un approccio più attento al mercato”.

 

L’insieme di innovazioni che si sono susseguite negli anni - come ad esempio l’introduzione dell'irrigazione antibrina negli anni ‘50, che ha consentito la stabilizzazione dei quantitativi raccolti - sono il risultato del lavoro congiunto delle principali organizzazioni di produttori, del Centro di consulenza nato nel 1957 e del Centro di sperimentazione agraria forestale fondato nel 1975. 
Allo stand, i visitatori del Macfrut hanno potuto avere un’anteprima sulle tendenze future e sugli aspetti su cui si concentrerà la ricerca nei prossimi anni. Il responsabile del reparto Pomologia del Centro Laimburg Walter Guerra ha fatto il punto sui progetti del Centro.


Qual è lo stato dell’arte della melicoltura in Alto Adige/Südtirol? A che punto siamo?
“Era il 1850 quando questo tipo di coltura iniziò a prendere piede in Alto Adige/Südtirol - ha ricordato Walter Guerra -. Oggi sono oltre 20 le tipologie di mele raccolte dai produttori della provincia di Bolzano per un totale di quasi 5 miliardi di frutti raccolti ogni anno. Dal 1950 sono state introdotte in questo territorio fino a quattro nuove varietà ogni 10 anni. Alcune di queste oggi non ci sono più, mentre altre (Golden e Red Delicious, Gala, Braeburn, Granny Smith e Fuji) sono divenute nel tempo la base della produzione melicola altoatesina.
Con l’introduzione di mutanti naturali via via sempre migliori si è ottimizzata la qualità di queste varietà. Stiamo anche lavorando alla diffusione di nuove tipologie di mele con strategia di commercializzazione esclusiva, le cosiddette managed varieties o varietà a Club. Attualmente sono a dimora circa 1200 ettari di Pink Lady® Rosy Glow*, Kanzi® Nicoter*, Jazz® Scifresh*, Modì® Civg198*, Evelina® Roho 3615* e Rubens® Civni*”.

 
Cosa ci si aspetta dal futuro e quali sono le principali linee guida lungo le quali vi state muovendo nella sperimentazione e ricerca di nuove varietà?
“Sicuramente stiamo cercando di individuare nuovi cloni che possano sostituire quelli vecchi attualmente piantati - ha spiegato Guerra -, allo scopo di migliorare il prodotto e renderlo più vicino alle esigenze dei consumatori. Basti pensare che attualmente in Alto Adige esistono ancora oltre 500 ettari coltivata a Gala di vecchia generazione, caratterizzati, ad esempio, da una colorazione rossa della buccia non sufficientemente estesa per gli standard richiesti dal mercato (prima bastava avere 30+, oggi è necessario avere 50+).
Inoltre l’introduzione di varietà esclusive permette di avere un maggiore controllo del prodotto, una garanzia della qualità e della filiera e un valore aggiunto in termini di immagini. Guardando al futuro, lo sviluppo della melicoltura altoatesina sta seguendo con grande attenzione alcuni temi, fra cui la sperimentazione di tipologie a polpa rossa, la ricerca di mele a pezzatura ridotta formato snack, mele tolleranti o resistenti a patologie e quindi a ridotto impatto ambientale oltre che a nuovi ibridi a buccia gialla.
Il Consorzio di innovazione varietale SK Südtirol, controllato da Vog e Vip, è in contatto con i più importanti programmi di innovazione varietale al mondo e recentemente è stato stipulato con Enza un nuovo contratto di coltivazione e commercializzazione di una nuova varietà neozelandese che, alla prossima edizione del Macfrut, giocherà un ruolo da grande protagonista nel nostro stand”.