Il colza è una coltura strategica, molto di più di quanto gli ettarati assoluti possano lasciare a intendere. In Europa le superfici si sono infatti accresciute del 40% negli ultimi sei anni giungendo a superare i quattro milioni di ettari. Anche la domanda di olio di colza è cresciuta, e con essa il prezzo, il quale è raddoppiato nel circa di soli due anni. La nuova frontiera è nella ricerca. Ricerca di nuovi ibridi capaci di sfruttare al meglio la stagione utile, di produrre ottime rese di elevata qualità, di resistere all'allettamento e alle malattie fungine. La coltura si presta alla sviluppo anche di nuovi mercati, come quello per la produzione di semi a basso contenuto di acido linolenico e alto oleico, per i mercati agroalimentari, oppure ad alto contenuto di acido erucico per gli usi industriali. Infine non va dimenticata l'alta potenzialità di questa coltura per la produzione di biodiesel.
Dal punto di vista agronomico, il colza si presta molto bene alla rotazione con cereali autunno-vernini, offrendo una rotazione molto funzionale dal punto di vista dell'arricchimento del suolo in sostanza organica, da quello del controllo di malerbe, patogeni e insetti. Anche il colza si raccoglie a giugno, dando quindi la possibilità di seminare soia in secondo raccolto, magari attraverso l'adozione di pratiche di lavorazioni su sodo.
Negli areali del nord Italia il colza si semina a partire da fine estate, mentre al sud si inizia a seminare solo a partire da ottobre. La semina si effettua con seminatrici di precisione oppure a file. Nel primo caso si cercherà di controllare la densità di semina (semi/ha), nel secondo si dovrà calcolare invece il corretto quantitativo di semi da utilizzare (kg/ha) conoscendo il peso di 1000 semi, il quale può variare dai 3,2 ai 7 g/seme. L'emergenza avviene nel giro di 10-15 giorni, dopodichè la pianta raggiunge lo stadio di 6-8 foglie vere, dopo il quale potrà superare l'inverno. La levata inizia verso metà marzo, mentre ad aprile trovano collocazione le fasi di fioritura e allegagione. Da maggio in poi si accrescono le silique, le quali saranno pronte per la raccolta nel giro di 5-6 settimane.
Il diserbo può avvalersi di prodotti ad ampio spettro come trifluralin, metazaclor e clopyralid. Tra i graminicidi troviamo cycloxidim, fenoxaprop-p-etile, fluazifop-p-butile, haloxifop-R-isomer, propaquizafop e quizalofop-etile. E' bene ricordare come la preparazione di un buon letto di semina richieda applicazioni di glifosate, come Roundup 450 Plus o Max, a dosi molto variabili a seconda del tipo di infestazione. Tra gli insetti, affliggono il colza coleotteri come l'Altica o il Meligete, ma anche gli afidi non permettono di abbassare la guardia. La Sclerotinia la fa da padrona invece nei funghi patogeni.
Come piani ideali di rotazione, il colza si propone in guise differenti a seconda dell'areale. Nel nord Italia le ipotesi possono essere due: dopo una lavorazione tradizionale si può seminare mais, al quale seguirà una minima lavorazione, o sodo. La soia succederà quindi al mais, per poi essere seguita dal colza. Sul lungo periodo, al colza si può alternare il frumento. Come seconda ipotesi, si possono alternare mais al colza in primo raccolto, seguito dalla soia in secondo. Tra le due colture si consigliano lavorazioni tradizionali alternate a minime lavorazioni. Diverso il discorso al sud: Al mais si sostituisce il frumento seguito da colza. Le due colture possono essere separate da lavorazioni del terreno minime. Alternativa alla successione bicolturale, troviamo la successione tra girasole, frumento e colza. Le tre colture vanno precedute da lavorazioni tradizionali (girasole) o minime lavorazioni (frumento e colza). In entrambi gli areali però, è bene ricordare che le oleaginose come colza, girasole e soia vanno utilizzate nelle rotazioni, ma non per periodi prolungati dato che alcune patologie fungine sono comuni alle tre colture.
L'investimento alla semina deve essere calcolato con attenzione, tenendo conto delle condizioni di fertilità dei suoli, della loro capacità idrica e delle caratteristiche delle sementi. Dekalb, su quest'ultimo punto, propone diverse soluzioni: Catalina, una linea pura precoce, Excalibur, ibrido anch'esso precoce, e infine Excel, un ibrido medio-precoce. La prima si presta molto bene alla semina con seminatrici da grano, ha una taglia contenuta e una buona resistenza all'allettamento. Excalibur appare molto produttivo, con ottimo vigore di partenza e un'apprezzabile resistenza alle malattie. Infine Excel, novità lanciata nel 2009, ibrido dotato di notevole adattabilità nei diversi areali, come pure di un'eccellente resistenza alla deiscenza. Scegliere ibridi consente di sfruttare meglio i vantaggi della minima lavorazione o della semina su sodo. Inoltre, mostrano in genere una maggiore resistenza al freddo e all'allettamento. La fioritura e la maturazione appaiono più uniformi e in ultima analisi mostrano produttività elevate e costanti.
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Fonte: Monsanto Agricoltura Italia
Autore: Donatello Sandroni