Mele in vetrina e in degustazione, a fine gennaio, all'Istituto Agrario. Dalle storiche "Napoleone", "Belfiore Giallo", "Rosa di Caldaro", custodite nella collezione di Maso Part a Mezzolombardo, alle varietà commerciali attualmente coltivate come Renetta, Fuji e Golden per arrivare alle nuove selezioni genetiche messe a punto dall'Istituto di San Michele.
I ricercatori dell'Unità frutticoltura ed i genetisti del Centro sperimentale hanno incontrato i rappresentanti delle principali organizzazioni dei produttori trentine per fare il punto sulle attività di incrocio condotte nel corso della stagione 2007 nelle aziende sperimentali Giaroni di San Michele, Maso Part di Mezzolombardo e Maso Maiano di Cles. Dal 1999, anno in cui è iniziato il programma di miglioramento genetico, al 2007 sono stati eseguiti 430 incroci diversi utilizzando le varietà maggiormente diffuse, quelle dotate di resistenze genetiche e anche alcune storiche.
"Attualmente – spiega Pierluigi Magnago, ricercatore responsabile del programma di miglioramento genetico dell'Istituto Agrario - sono a dimora circa 40.000 semenzali: piante originate da seme geneticamente diverse una dall'altra. Nelle stagioni 2006 e 2007 sono stati ottenuti i primi frutti dai semenzali originati dagli incroci effettuati nel 1999 – 2002. L'attività si propone di ottenere nuove varietà di melo migliorative rispetto a quelle attualmente diffuse e coltivate.
L'incontro si è proposto di raccogliere suggerimenti e indicazioni da parte del mondo commerciale su come indirizzare il lavoro di ricerca, selezione clonale e miglioramento genetico. Al'incontro erano presenti, tra gli altri, Mario Tabarelli, presidente di Covift (Consorzio vivaisti frutticoli trentini), Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti, Luca Granata, direttore di Melinda.
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