Il fenomeno – spiega l’Ismea – al pari di quanto già riscontrato per il mais, trova una sua spiegazione nel forte aumento degli investimenti a cereali autunno-vernini, in particolare a frumento tenero e duro, che hanno sottratto quest’anno diverse migliaia di ettari alle colture primaverili.
Nel complesso, secondo le stime, le superfici a soia sarebbero scese a 154.700 ettari circa (-13,1%), facendo segnare su base annua riduzioni di oltre l’11% in Veneto e del 36% in Emilia-Romagna. Negativi gli sviluppi anche nelle campagne lombarde, dove si stima una contrazione di circa l’8%, mentre in Piemonte, l’unica regione in controtendenza, si prevede un aumento dell’1,5% (invariate le semine in Friuli Venezia Giulia).
Riguardo al girasole, dall’indagine Ismea emerge nel complesso una superficie 2007 di 102.400 ettari circa (-29,2%). Al Centro Italia, dove la coltura è più diffusa, si prevedono riduzioni del 30% in Umbria e del 27% nelle Marche, con punte negative del 38% in Toscana. In forte calo il girasole anche al Nord, specialmente in Emilia-Romagna e Piemonte, con esiti in prevalenza negativi anche nelle regioni meridionali.
Sulle scelte degli agricoltori hanno pesato quest’anno, almeno per il girasole, anche gli sviluppi deludenti dell’ultima campagna di commercializzazione, che ha visto i prezzi alla produzione ridursi in media del 3%. Per la soia, al contrario, le quotazioni, trainate dai rincari sui mercati internazionali, sono aumentate mediamente del 5%, registrando comunque un andamento meno brillante rispetto a quello dei frumenti.
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Fonte: Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare