In provincia di Mantova sono 14 le imprese agromeccaniche danneggiate dalle scosse sismiche del 20 e 29 maggio scorsi, con danni per circa 4 milioni di euro. "Eppure la Regione Lombardia, che si pregia di aver già deliberato lo stanziamento di fondi per il sistema, si è totalmente dimenticata delle imprese agromeccaniche  - tuona Marco Speziali, presidente di Apima Mantova -. Solo Marco Carra della Commissione Agricoltura della Camera, al quale rivolgiamo un sentito ringraziamento, ha sollecitato affinché non venisse escluso un comparto che continua a fornire assistenza alle imprese agricole, nonostante i rischi di non essere pagati".

Nei giorni scorsi Carra ha chiesto che la rappresentanza degli agromeccanici venisse audita in Commissione Agricoltura della Camera al pari delle altre rappresentanze coinvolte, mentre né Apima, né Confai Lombardia sono state coinvolte nelle specifiche riunioni di coordinamento. "Si continua solo a parlare di aziende agricole e lattiero caseario – lamenta il direttore di Apima e coordinatore di Confai, Sandro Cappellini – come se fossero le uniche realtà colpite dal terremoto, nonostante il computo dei danni subiti dalle imprese agromeccaniche sia ampiamente noto. E' un comportamento esecrabile, specie in un momento tragico come questo".

Apima ricorda anche che – ai sensi delle disposizioni normative regionali, nazionali e comunitarie - gli agromeccanici fanno parte del settore agricolo. "Se la strada intrapresa dalle istituzioni è quella di far passare gli aiuti attraverso i Psr o altre forme dalle quali le imprese di meccanizzazione agricola fossero escluse – afferma Speziali – ci rivolgeremo alla Corte di Giustizia europea per il riconoscimento dei nostri diritti".

Secondo Apima Mantova è assurdo chiedere la ristrutturazione dei capannoni facendo riferimento alle norme antisismiche del 2008. Impossibile da farsi se non, nella maggior parte dei casi, abbattendo tutto.