Anno 1949, "Esposizione Agricola di San Gallo". Ormai spentosi l'eco dei cigolii dei carri armati del secondo conflitto mondiale, anche il mondo agricolo cerca di rilanciare la propria ripresa. Josef Koepfli presentò un modello che per l'epoca rappresentava il top della tecnlogia. Lo sterzo era il suo fiore all'occhiello, con ruote in grado di girare sino a 90 gradi grazie ai due ingranaggi in bagno d’olio. Fece però scalpore non solo per l’angolo di apertura, ma anche per la mancanza di barre, spinotti, boccole e altri orpelli meccanici vari. In un'agricoltura come quella Svizzera, per certi aspetti molto simile a tante realtà agricole di pregio italiane caratterizzati da spazi esigui, poter manovrare un trattore a ruote fino a farlo girare su se stesso realizzava il sogno di molti agricoltori. Innovativo anche il cambio, il quale aggiungeva la quinta marcia quando lo standard era di sole quattro. Il motore funzionava a petrolio ed era un sei cilindri Chevrolet. Coi suoi 3.870 cc erogava 45 cavalli a 1.700 giri/min. E tutto ciò mentre in Italia un terzo dei trattori erano ancora a testa calda e solo cinque modelli cingolati erano diesel.
 

 

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Tratto da Macchine Trattori - settembre 2011

in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore