La sicurezza è l’obiettivo numero uno per le industrie che producono macchine e attrezzature per l’agricoltura in Italia e in Europa. Le normative nazionali e internazionali prevedono, infatti, standard sempre più elevati in tema di protezione degli operatori, e salvaguardia di coloro che si trovano a contatto coi mezzi meccanici. Ma è soprattutto il mercato a richiedere macchine innovative, spinto da una cultura della sicurezza che si va finalmente diffondendo.

Per fronteggiare questa richiesta le industrie hanno bisogno di figure professionali specializzate, capaci non soltanto di applicare fedelmente le normative, ma di progettare sistemi innovativi che facciano dell’Europa il continente leader nel panorama mondiale. Nasce per questo il progetto “Safety First”, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma “Leonardo da Vinci”, che punta a individuare i fabbisogni di innovazione in tema di sicurezza, i profili professionali richiesti, i percorsi didattici e formativi necessari.
Avviato nell’ottobre 2004 il progetto vede coinvolti 12 enti operanti in sette Paesi (Austria, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Polonia, Ungheria), coordinati dall’Enama, Ente italiano per la meccanizzazione agricola e dal Ceris, Centro ricerche sociali.
Nella conferenza conclusiva del progetto, tenutasi a Roma presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il direttore dell’Enama Sandro Liberatori, i ricercatori dell’Enama e del Distateq Giulio Fancello e Aurora Cavallo, e i professori Rainer Keicher dell’Università Justus Liebig in Germania, Péter Pintér dell’Istituto ungherese per l’Ingegneria agraria e Areti Papayiannopoulou dell’Istituto greco di Meccanizzazione agricola, hanno illustrato la struttura e gli elementi più significativi di un progetto che si rivolge prevalentemente alle piccole e medie imprese.
Articolato in cinque fasi, da quella relativa all’impostazione strategica a quelle più operative e propositive fino alla fase di valutazione e diffusione dei risultati, il progetto “Safety First” ha richiesto una ricognizione su tutte le norme vigenti in tema di sicurezza nei diversi Paesi, e una valutazione analitica circa la possibilità di armonizzare le diverse normative e istituire regole comuni. Questo ha prodotto la realizzazione di un data base dei “Regolamenti e delle Innovazioni” disponibile per le aziende dei Paesi partner del progetto.
Una successiva indagine, condotta presso 40 industrie costruttrici (10 per ciascuno dei quattro Paesi Germania, Grecia, Italia e Ungheria), ha evidenziato i fabbisogni aziendali in termini di nuove figure professionali, portando alla creazione di una “Mappa delle competenze”, che costituisce la base sulla quale impostare con le Università nuovi percorsi didattici. “Da questo adattamento dell’offerta formativa alle esigenze delle imprese – ha spiegato Sandro Liberatori – dovrebbe nascere una generazione di tecnici capaci non più soltanto di inserire nella macchine dispositivi per la sicurezza ma di progettare a monte mezzi intrinsecamente sicuri”.

Per informazioni:
Enama - Ente italiano per la meccanizzazione agricola
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