Gli Ecoschemi sono impegni di carattere ambientale previsti dalla Pac 2023-2027 che premiano quegli agricoltori che adottano pratiche volte a conservare l'ambiente e la biodiversità, salvaguardare il territorio e ridurre l'impatto dell'agricoltura sul clima. L'Ecoschema 2, in particolare, garantisce il pagamento di 120 euro ad ettaro a quelle aziende che negli impianti arborei prevedono l'inerbimento del terreno.
Avere un suolo inerbito infatti riduce il rischio di erosione, aumenta lo stock di carbonio sequestrato nel suolo e aumenta la biodiversità in campo. Inoltre migliora la gestione dell'acqua e le caratteristiche idrogeologiche dei terreni, soprattutto se in pendenza.
Ecoschema 2, l'inerbimento delle colture arboree
Sono ammesse all'Eco 2 tutte quelle aziende agricole che hanno superfici occupate da colture permanenti legnose agrarie (vigneti, oliveti, frutteti, agrumeti, frutta a guscio, eccetera) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida.
Per queste aziende è previsto il pagamento di 120 euro/ettaro che si va a sommare al pagamento di base. Inoltre è prevista una integrazione del 20% (pari a 24 euro/ettaro) per quelle parcelle che si trovano nelle aree Natura 2000 e Zvn, Zone di Vulnerabilità ai Nitrati di origine agricola. L'Eco 2 non è cumulabile con l'Eco 5, dedicato al sostegno delle api.
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Ecoschema 2, gli impegni per gli agricoltori
L'agricoltore che aderisce all'Ecoschema 2 deve ottemperare a una serie di impegni.
Vediamo quali:
- Assicurare la presenza di copertura vegetale erbacea, spontanea o seminata, nell'interfila, nel caso dei vigneti o dei frutteti. Per le colture non lineari, come gli oliveti tradizionali, si intende la superficie all'esterno della proiezione verticale della chioma.
- La copertura vegetale deve rimanere al suolo dal 15 settembre al 15 maggio dell'anno successivo, quindi anche durante il periodo autunno invernale.
- La copertura vegetale deve interessare il 70% della superficie del campo oggetto d'impegno. L'azienda può decidere liberamente quanta parte della propria Superficie Agricola Utilizzata (Sau) dedicare a questo Ecoschema.
- Non è possibile effettuare il diserbo chimico sull'interfilare (mentre nel sottofila è possibile).
- Non è possibile effettuare lavorazioni del terreno durante tutto l'anno sull'interfilare, questo per preservare la struttura e lo stock di carbonio sequestrato nel suolo.
- La copertura vegetale può essere gestita solo mediante operazioni meccaniche di sfalcio, trinciatura-sfibratura.
Gli obiettivi dell'Ecoschema 2
Ma perché l'Unione Europea e l'Italia promuovono l'inerbimento degli impianti arborei? All'interno del Piano Strategico Pac (Psp) vengono elencati in maniera dettagliata i benefici apportati dal mantenimento di un cotico erboso nell'interfila.
"La pratica dell'inerbimento riduce l'erosione dei suoli in quanto attenua l'effetto battente sul suolo delle piogge, favorisce le infiltrazioni d'acqua, limita il deflusso idrico superficiale, aumenta la rugosità superficiale del terreno e lo stabilizza con le reti di radici, con ciò migliorando la resilienza agli eventi meteorologici estremi e quindi l'adattamento ai cambiamenti climatici. Inoltre, - si legge sempre nel Psp - rispetto al terreno lavorato la presenza della copertura vegetale riduce la lisciviazione dei nutrienti, in particolare dell'azoto, somministrati alle colture arboree attraverso le fertilizzazioni, contribuendo a ridurre il potenziale inquinamento delle acque sotterranee".
Inoltre nel Psp si legge come "l'inerbimento ha anche un effetto mitigativo dei cambiamenti climatici in quanto determina maggiori apporti unitari di sostanza organica nel suolo e al contempo riduce l'emissione di CO2 che si avrebbe per mineralizzazione (ossidazione) della sostanza organica ricorrendo all'ordinaria lavorazione del terreno".
Infine, "prevedendo il divieto di diserbo chimico l'Ecoschema limita i rischi e gli impatti legati ai fitofarmaci, mentre prevedendo il divieto di lavorazione del suolo aumenta la capacità del terreno di assorbire e trattenere l'acqua".
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