La cosiddetta Direttiva breakfast sarà meno stringente per i prodotti a base di frutta. Infatti gli Stati membri non si sono trovati d'accordo per rendere obbligatoria l'indicazione dell'origine della materia prima per succhi di frutta e confetture.
La Direttiva breakfast, o direttiva colazione che dir si voglia, è una proposta e un accordo raggiunto a inizio anno dalla presidenza belga del Consiglio europeo e dai rappresentanti del Parlamento europeo per cercare di garantire una migliore trasparenza sui prodotti come succhi di frutta, confetture, miele e latte disidratato.
Si tratta però di un accordo provvisorio, suscettibile di modifiche, tra cui quella di questi giorni che vede appunto saltare l'accordo per quanto riguarda l'indicazione di origine della frutta per succhi e confetture.
A comunicarlo è stata la Coldiretti, una delle principali promotrici e sostenitrici della direttiva, che ha parlato di un passo indietro verso la tutela della libertà di scelta e la difesa della salute dei cittadini europei.
Per i succhi di frutta e le confetture resta valida la proposta di indicare obbligatoriamente il contenuto di zucchero e la quantità minima di frutta utilizzata.
Per il latte disidratato la direttiva non sembra cambiare e resta la possibilità di fare trattamenti specifici per ottenere prodotti senza lattosio, come previsto originariamente.
E tiene anche l'accordo sul miele, che prevede l'obbligo di indicare in etichetta l'origine del prodotto contenuto in un vasetto, con la possibilità anche di indicare le percentuali, nel caso ci siano almeno quattro mieli che contribuiscano ad oltre il 50% del totale del prodotto confezionato.
Un accordo, quello sul miele, fortemente voluto da molte associazioni di apicoltori per cercare di contrastare la concorrenza sleale di prodotti esteri, spesso adulterati, che arrivano a prezzi molto bassi sul mercato comunitario, mettendo ancor più in difficoltà il settore apistico già provato da una situazione di crisi generalizzata.