Si teme per la siccità nei mesi caldi in Sicilia, dove le disponibilità d’acqua rimangono abbondantemente sotto i livelli di inizio 2020 (-210,36 milioni di metri cubi), pur essendo cresciute di una quarantina di milioni di metri cubi da dicembre. Al di là delle solo apparentemente aride cifre, si tratta del possibile prologo ad un’annata particolarmente siccitosa, a meno che non si verifichi una primavera dalla eccezionale e persistente piovosità. 

A metterlo in evidenza è il report settimanale dell’Osservatorio sulle Risorse idriche, attivato dall’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, il cui presidente, Francesco Vincenzi, guarda con preoccupazione all’arrivo dei mesi caldi: “Permanendo l’attuale tendenza idrica, si preannunciano gravi problemi per l’approvvigionamento d’acqua all’agricoltura dell’Isola, penalizzata anche da schemi irrigui incompiuti”.

Se restano confortanti i livelli degli invasi nella vicina Calabria, continua anche il recupero idrico della Puglia, dove non solo si registra una disponibilità maggiore di quasi 120 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa, ma gli invasi di San Pietro sull’Osento e Capaccio sul Celone hanno raggiunto la quota massima, superando entrambi la media di riempimento del recente decennio.

Sono finiti, invece, i benefici delle piogge sulla Basilicata, le cui disponibilità idriche subiscono una contrazione di quasi 13 milioni di metri cubi, pur rimanendo abbondantemente al di sopra dei livelli 2020 (+ 163 milioni).

Analogo è l’andamento in Campania dove, in assenza di precipitazioni da una settimana, i principali fiumi (Volturno, Sele, Garigliano) registrano livelli idrometrici in discesa, seppur superiori alla media del quadriennio 2017-2020; in lieve calo anche i volumi del lago di Conza della Campania e degli invasi del Cilento. 

“La situazione registrata – sottolinea Massimo Gargano, direttore generale Anbi - evidenzia la necessità di realizzare nuove infrastrutture a servizio del territorio: dai bacini medio-piccoli all’ampliamento del servizio irriguo. Dal Governo attendiamo un segnale di confronto sul nostro Piano di eficientamento della rete idraulica del Paese, capace di creare oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento pari a circa 4 miliardi e 339 milioni di euro”.