Per la montagna c’è la proroga

L'azienda agricola è in territorio montano? Si è titolari di reddito agrario? In questo caso, come in altri, la possibilità di accedere ai sostegni a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio è ancora aperta.
La proroga per le richieste è contenuta nel “decreto Agosto” in corso di conversione, come spiega “Italia Oggi” del 12 ottobre. Riaprirà così per altri 30 giorni lo sportello telematico al quale rivolgersi per inoltrare la domanda, che potrà essere presentata dalle aziende che hanno sede in zone montane colpite da eventi calamitosi, aggravati dalla successiva pandemia da coronavirus.
Per individuare quali siano le aree interessate, ci si augura che in sede di conversione in legge del decreto si provveda ad inserire una lista completa dei comuni interessati dalla nuova scadenza.
La domanda va presentata ad Agea, anche per il tramite di un intermediario delegato a questi servizi.
E’ bene fare attenzione alla correttezza dei dati inseriti nella domanda, in quanto se le successive verifiche dovessero individuare false attestazioni scatterebbero sanzioni pesanti, pari anche al doppio di quanto indebitamente riscosso.


Scienza incompresa

"Nel nostro Paese vige un insieme di norme che impediscono agli scienziati di studiare e agli imprenditori di coltivare piante geneticamente migliorate”.
E’ con queste pesanti parole che si apre l’articolo a firma di Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, pubblicato il 13 ottobre su “Il Messaggero”.
Si parte dal recente conferimento del premio Nobel a Charpentier e Doudna per le loro ricerche sull’editing genetico, per ricordare che i frutti di queste importanti ricerche non possono essere utilizzati in Italia.
Eppure, prosegue l’articolo, le biotecnologie potrebbero consentire la realizzazione di piante più resistenti a patogeni o al clima avverso, il che si tradurrebbe in una forte riduzione di quegli agrofarmaci sui quali si punta il dito per la loro presunta nocività o per le conseguenze sull’ambiente.
Se entro il 2030 si vuole contenere l’uso di agrofarmaci e sviluppare l’agricoltura biologica, come richiede la politica europea del Farm to Fork, questi vincoli alla ricerca appaiono sempre più insensati. “Dobbiamo tornare a un’agricoltura sostenibile e avanzata - conclude l’articolo - sorretta dal vero progresso scientifico”. Impossibile dargli torto.
 

La Xylella rialza la testa

Mentre in Puglia si festeggia il primo raccolto di olive prodotte dalla varietà “Favolosa”, che si è dimostrata resistente alla Xylella, nuovi casi di questa patologia sono registrati nelle zone “cuscinetto” nei pressi di Monopoli.
Sono 136 le piante risultate colpite dalla Xyella, informa il “Quotidiano di Puglia” del 14 ottobre, e più che il loro numero preoccupa l’avanzare della malattia verso Bari. Le piante infette sono state rinvenute nei comuni di Fasano, Ostuni, Ceglie Messapica e a Martina Franca, nel tarantino.
Dagli esperti arriva la conferma che il batterio sta consolidando la sua presenza nella Piana degli ulivi monumentali.
Mentre la Xylella avanza, si moltiplicano le polemiche per i fondi destinati a questa emergenza, bloccati dalla burocrazia. Ritardi, conclude l’articolo, che saranno responsabili di pesanti difficoltà per una effettiva ripresa dell’agricoltura nel Salento.
 

Buoni e cattivi

Ancora un “gustoso” articolo con la firma di Antonio Pascale. Questa volta su “Il Foglio” del 15 ottobre. L’occasione è quella di una chiacchierata con Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia.
L’argomento: la contrapposizione fra due diverse sensibilità di fronte alla crescita della popolazione mondiale, quella che pone l’uomo come predatore dell’ecosistema e chi ritiene che si vada crescendo perché si mangia meglio.
Per ora fra queste due “fazioni” non c’è collaborazione, preferendo dividersi in buoni e cattivi.
Si può trovare un dialogo? Il nodo è quello della “sostenibilità”, produrre di più consumando meno. Possibile, ma molto costoso.
L’esempio è quello per la messa a punto di un nuovo prodotto per la protezione delle colture. Un percorso che richiede un investimento di circa 260milioni di dollari. Che non sempre ci sono.
Allora ecco un’altra strada: monitorare lo stato delle colture per ottimizzare gli interventi ed è quello, fra molte difficoltà, che si va attuando.
E l’innovazione? Questo chiede Pascale al suo interlocutore concludendo l’articolo. “L’innovazione contribuisce oggi a disegnare l’agricoltura di domani: quello che oggi è innovazione, domani sarà una solida tradizione”.
Difficile una risposta migliore.
 

Ortofrutta in panne

E’ un grido di allarme per l’ortofrutta del Veneto quello che arriva dal “Giornale di Vicenza” del 16 ottobre. Le difficoltà del settore sono confermate dalle analisi dell’Osservatorio economico agroalimentare di Veneto Agricoltura sul 2019.
La tendenza negativa è in atto ormai da numerosi anni e negli ultimi mesi sembra avere subìto un’accelerazione. I segmenti più in difficoltà sono quelli degli ortaggi, con scambi scesi a 430mila tonnellate (-0,8%) e della frutta fresca, ferma a 265mila tonnellate (-6,7%).
Resta elevato il valore dell’export, nonostante i volumi siano scesi a 295mila tonnellate (-2,1%), che rappresenta comunque il 36,3% del totale delle merci in uscita. Le destinazioni sono quelle dei paesi europei, con Austria, Slovenia e Croazia ai primi posti.
 

Vino, contributi azzerati

Per le cantine arriva uno “sconto” sulle tasse. Merito dei fondi che non sono stati utilizzati per la distillazione d’emergenza e per la vendemmia verde.
A disposizione c’erano 100 milioni di euro, ma ne sono stati utilizzati solo 39. Come spiega “Il Sole 24 Ore” del 17 ottobre, parte dei 61 milioni di euro residui saranno impiegati per consentire al settore vitivinicolo l’esonero straordinario del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, già previsti dal decreto Rilancio.
Una soluzione accolta con favore dagli operatori del settore, in quanto equivale a un’importante e immediata iniezione di liquidità per le imprese.
Va tuttavia precisato che a usufruire di questa opportunità saranno solo alcune tipologie di imprese e cioè le aziende agricole e le loro cooperative.
In compenso la stessa legge destina 9,54 milioni di euro alle misure di sostegno per i vini a marchio di origine, che saranno individuati con un apposito decreto attuativo.
 

Guerra dei dazi, la pace è possibile

Si interroga sulle conseguenze delle guerre commerciali combattute a suon di dazi l’articolo pubblicato il 18 ottobre da “Avvenire”.
L’occasione per tornare su questo argomento viene dal recente via libera che l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha concesso alla Ue per applicare balzelli per 4 miliardi alle merci provenienti dagli Usa.
Una risposta all’analoga iniziativa del governo statunitense nei confronti dei prodotti di provenienza europea.
Strada sbagliata per risolvere le questioni commerciali, dicono in molti e ribadisce l’articolo. Meglio sarebbe avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro che rischia di acuirsi, con un pericoloso effetto valanga.
Un accordo consentirebbe di eliminare dazi doganali che gli Usa impongono su formaggi, agrumi e liquori made in Italy. Per di più è necessario fare i conti con le possibili conseguenze della brexit, che potrebbe interrompere un flusso miliardario per la nostra agricoltura.
Si dice che ci siano possibilità per un accordo. Chi farà il primo passo?
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell’agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

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