In breve

  • Clementine pagate una miseria e utilizzate dalla distribuzione organizzata per le sue campagne promozionali.
  • L'uva da tavola non trova mercato e rimane invenduta, mentre aumentano i flussi di importazione.
  • Situazione a due facce per l'olivicoltura, con aree dove si assiste a un crollo della produzione e altre dove si hanno incrementi.
  • Patate di importazione utilizzate per frodi commerciali, mentre il riso resta sotto la minaccia dell'import extra Ue.
  • Per la cimice asiatica si moltiplicano gli sforzi della ricerca per trovare rimedi.
  • Xylella, Bruxelles restringe il raggio di azione degli abbattimenti.
  • In Puglia aumenta il rischio di disimpegno delle risorse destinate ai Psr.
  • Ai confini di Nord Est si preparano barriere sanitarie per scongiurare il pericolo di un ingresso della peste suina africana.
  • Si torna a parlare delle quote latte, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che impone il ricalcolo di parte delle multe.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Clementine sottocosto

E' partita in salita la campagna agrumicola, con le clementine che a dispetto del crollo della produzione sono sottopagate a causa della forte concorrenza del prodotto di provenienza spagnola.
Sene parla il 3 novembre su “Avvenire”, mettendo a confronto le sofferenze delle clementine con il buon andamento del settore floricolo, trascinato verso l'alto dall'incremento delle vendite che si accompagna alle festività di inizio novembre.

Si torna a parlare della crisi delle clementine il giorno seguente sulle pagine della “Gazzetta di Taranto”, che punta il dito sulle politiche commerciali della distribuzione organizzata, che su questo frutto concentra offerte promozionali a prezzi stracciati.
La situazione si fa particolarmente pesante nelle zone di produzione, come la Piana di Rosarno.
Qui, spiega la “Gazzetta del Sud” del 5 novembre, la crisi delle clementine rischia di acuire le tensioni sociali già in atto.
I prezzi delle clementine, si legge il 6 novembre su “Italia Oggi”, sono ai minimi e stentano a superare i 20 centesimi al chilo, cifre che non coprono nemmeno i costi di produzione, calcolati in circa 50 centesimi al chilo.


Uva invenduta

Non va meglio per le uve. Il “Giornale di Sicilia” del 5 novembre denuncia il crollo dei prezzi dell'uva Italia, collocata a 30 centesimi al chilo per la vendita sulla pianta, il 40% in meno delle quotazioni registrate nell'anno precedente.

Anche in questo caso molte responsabilità vengono addossate alle politiche commerciali della distribuzione organizzata.
Ne parla “Italia Oggi” del 6 novembre per denunciare come il prezzo sugli scaffali sia dieci volte superiore al prezzo corrisposto ai produttori.
Con questi prezzi, scrive la “Nuova del Sud”, i produttori di uva da tavola del Metapontino rischiano la chiusura.

Nemmeno le uve che possono vantare un marchio di origine sembrano cavarsela meglio.
E' il caso dell'uva Igp di Mazzarrone, che sebbene sia sottopagata, come si apprende da “La Sicilia” del 6 novembre, resta invenduta a causa della concorrenza del prodotto di importazione.
 

Le due facce dell'olio

Note dolenti anche per olio e olive. La “Tribuna di Treviso” del primo novembre dà voce ai produttori veneti riuniti nella cooperativa Tapa Olearia, che denunciano il crollo della produzione dovuto al maltempo.

Olivicoltura a due facce in Sicilia, dove nel catanese si registra un sensibile aumento della produzione che segna un più 65%, mentre nel Belice, come si apprende il 2 novembre da “La Sicilia”, si ha un calo di circa il 70%.

Solo numeri negativi per l'olivicoltura toscana, che stando ai dati riportati da “Repubblica” il 4 novembre, annovera una flessione del 30%.
 

I "falsari" delle patate

I problemi per le patate non arrivano dal mercato, bensì dalle frodi commerciali denunciate da “La Verità” del 2 novembre, con il prodotto di importazione che assume una fasulla identità italiana.

Un problema, quello delle frodi, che riguarda da vicino alcuni grandi formaggi come il Parmigiano Reggiano, che sui mercati internazionali si trova a fronteggiare la concorrenza sleale di imitazioni come il Parmesan.
Dal "Messaggero" del 7 novembre arriva però la notizia che il Governo intende stanziare 30 milioni di euro in chiave "anti-dazi" per promuovere il prodotto originale e contrastare le imitazioni.

Nessun cambio di identità per le importazioni di riso dai paesi extra Ue che ammontano a 100mila tonnellate, una quantità elevata, capace di creare molti problemi alle produzioni italiane, come scrive la “La Provincia Pavese” del 6 novembre.

Note negative infine per mais e frutta in Veneto a causa sia del meteo avverso, con siccità e grandine, alle quali si sono aggiunti, come spiega “Arena” del 5 novembre, anche i danni provocati dalla cimice asiatica.
 

Cimici e Xylella

A proposito di cimice asiatica, il “Corriere di Romagna” del primo novembre informa che è in fase di avvio il piano di lotta a questo insetto, piano che prevede sia la formazione dei produttori attraverso l'assistenza tecnica, sia il lancio di insetti autoctoni che hanno dimostrato attività antagoniste nei confronti della cimice.

Nel frattempo, per andare incontro a chi ha già subìto i danni delle cimici, la Regione Veneto ha allo studio la possibilità di intervenire con una spesa variabile fra gli 80 e i 100 milioni di euro con i quali rimborsare all'80% chi ha avuto perdite pari almeno al 30% del raccolto.
I dettagli si possono leggere il 6 novembre sul “Giornale di Vicenza”.
Gli fa eco il 7 novembre "Il Mattino di Padova" che però parla di stanziamenti assai inferiori, solo 3 milioni di euro e dunque insufficienti a coprire i danni subìti dai frutticoltori.

Fra le emergenze fitosanitarie non poteva mancare la Xylella, argomento del quale si occupa la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 3 novembre, per commentare le decisioni comunitarie che ora prevedono una riduzione delle aree da sottoporre all'obbligo degli abbattimenti.
Torna sullo stesso argomento il “Nuovo Quotidiano di Brindisi” del 6 novembre per confermare che Bruxelles propone di ridurre da 100 metri a soli 10 metri di raggio l'area dei tagli intorno alle piante colpite.

Intanto prendono il via i reimpianti degli olivi, ma il "Quotidiano di Puglia" del 7 novembre avverte che i piccoli produttori spesso ignorano le procedure telematiche alle quali fare riferimento per ottenere i necessari permessi, senza i quali si corre il rischio di incorrere nelle multe.

Interessanti poi le ricerche delle quali si parla sul “Corriere del Mezzogiorno” del 4 novembre a proposito dei risultati ottenuti dal Cnr di Bari per individuare la presenza ambientale del batterio prima ancora che la Xylella aggredisca gli olivi.

Non meno interessante l'articolo pubblicato il 6 novembre da “Italia Oggi” a proposito della startup veneta Nanomnia che attraverso un processo di incapsulamento promette nuove opportunità nella lotta a vari patogeni, dalla Xylella alla botrite e alla peronospora.
Per chi volesse partecipare può utilizzare la piattaforma di crowdfunding utilizzata per sostenere questa ricerca.

In tema di innovazioni una breve notizia pubblicata il 7 novembre da "Avvenire" informa che da Bruxelles giunge qualche apertura all'impiego delle tecniche di selezione varietale (Nbt), messe in mora nel 2018 in quanto assimilate agli Ogm.


Soldi inutilizzati

Oltre che con la Xylella gli agricoltori pugliesi devono fare i conti con il rischio disimpegno dei fondi comunitari destinati a Psr.
Presunte irregolarità hanno indotto il Tar a decidere per la sospensione dei pagamenti in atto.
Il possibile ritardo nella loro erogazione potrebbe però comportare la perdita di questi fondi che tornerebbero, stando alle anticipazioni della “Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 novembre, nelle casse di Bruxelles.

In tema di politiche europee, la “Gazzetta del Sud” propone ai suoi lettori un'intervista con il ministro Vincenzo Amendola, che si dice pronto a tutelare in sede comunitaria il made in Italy.

E' una tutela all'ingresso della peste suina africana quella attuata dalla Regione Friuli Venezia Giulia che ha deciso, come scrive il “Messaggero Veneto” del primo novembre, di creare una zona di rispetto transfrontaliera dove attuare i necessari controlli, procedendo al contempo all'abbattimento controllato dei cinghiali che di questo virus sono un serbatoio.
Della peste suina africana si parla anche sulla “Nuova Sardegna”, che invita a dare più forza alla campagna di eradicazione del virus dagli allevamenti sardi.

Tornano ad occupare le pagine della cronaca anche le quote latte, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che impone un riconteggio di parte delle multe.
I dettagli si possono leggere il 5 novembre sulle pagine della “Voce di Rovigo”.

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