Il raccolto di uva è abbondante e il prezzo scende. A farne le spese soprattutto i vitigni destinati a Prosecco. Ce n'è troppo...

Intanto l'agricoltura biologica si è presentata a Bologna, in occasione del Sana, con numeri in forte crescita.

Invece l'ortofrutta segna il passo e per susine e pesche i raccolti sono in flessione rispetto al 2017. Complica il quadro la politica della distribuzione organizzata, con le sue aste al ribasso.

Si torna a parlare della Xylella e dal dicastero dell'Agricoltura confermano la linea dura, con il via libera, dove necessario, agli abbattimenti degli ulivi.

Fra le emergenze fitopatologiche è ancora segnalata l'avanzata della cimice asiatica, con danni a frutta e cereali.

C'è chi alleva oche fra i filari per eliminare le infestanti e chi, con una laurea in tasca, dà una svolta alla sua vita allevando pecore.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Molta uva...

Che fosse necessaria maggiore cautela nell'avanzare previsioni ottimistiche per la prossima vendemmia lo aveva già anticipato l'8 settembre “Il Resto del Carlino” in una breve nota.
Tuttavia la raccolta di uva sta andando bene e lo conferma il “Corriere Fiorentino” del 9 settembre, commentando le buone prospettive per il Sangiovese, favorito dal mix di pioggia e sole delle ultime settimane.

Stime altrettanto positive per i vigneti del Veneto, dove a parere de “Il Gazzettino” del 10 settembre si avranno numeri da record.
Risultati eccellenti anche in Basilicata, con una crescita di circa il 18%, come si legge sul “Quotidiano del Sud” dell'8 settembre.
 

… e troppo vino

Produzioni di uva in aumento, ma prezzi in caduta e il 7 settembre “L'Arena” conferma che l'abbondanza dei raccolti sta favorendo la flessione delle quotazioni, notizia che trova poi riscontro sul  “Giornale di Brescia” del 9 settembre.

Nel caso del Prosecco, si legge sul “Gazzettino” dell'11 settembre, i prezzi sono scesi così in basso da rendere non conveniente la raccolta e i grappoli restano a marcire sui tralci. Anche in questo caso una conseguenza dell'eccessiva produzione.

Mentre i produttori si curano le ferite, in Cina il Prosecco va di gran moda e viene venduto in lattina. Ma si tratta di Prosecco rigorosamente falso, come denuncia “Il Giornale” dell'11 settembre.
La presenza dei prodotti di imitazione sul mercato cinese non frena tuttavia l'espandersi del vero made in Italy, che nell'e-commerce trova un punto di forza, in particolare per vino e cibo, oltre che per l'abbigliamento, come si apprende da “Libero” del 12 settembre.

L'apprezzamento dei cinesi per il vino italiano è evidente nel commento pubblicato il 13 settembre da "Repubblica", che segnala tuttavia le difficoltà per il consumatore di Pechino a districarsi fra le nostre etichette e le sigle sulle denominazioni di origine.

Crescono intanto le aziende che investono sul mercato cinese e “Il Sole 24 Ore” del 12 settembre dà notizia degli investimenti in questo settore da parte di Inalca Food & Beverage.
 

A tutto bio

Chi sembra non conoscere ostacoli alla crescita sono le produzioni biologiche, come testimoniano i resoconti del Sana, il salone del naturale che si è chiuso a Bologna il 10 settembre.
Se ne parla l'8 settembre sul quotidiano piacentino “Libertà”, che evidenzia la crescita del 71%, avvenuta in sette anni, dei terreni passati dall'agricoltura tradizionale a quella biologica.

Ma l'agricoltura biologica, scrive “La Stampa” del 9 settembre, a dispetto della forte crescita, deve fare i conti con le scarse risorse ad essa riservate dalla politica agricola comunitaria, che continua ad essere sbilanciata a favore delle colture tradizionali.

A dispetto di questo gap, c'è un nuovo prodotto che entra nel "paniere" biologico. E' lo zucchero bio, il primo a fregiarsi di questo titolo grazie a un accordo fra Federbio e Coprob, notizia che si apprende l'11 settembre da “Il Sole 24 Ore”.
 

Ortofrutta in affanno

Ai buoni risultati del biologico si contrappongono le difficoltà registrate in altri comparti, come quello delle susine.
Il Resto del Carlino” dell'8 settembre riferisce che nella modenese Vignola si è registrata una flessione del 30%, in parte compensata dalla migliore qualità.
Ancora su “Il Resto del Carlino” una breve nota conferma il calo della produzione di pesche.

Sulla situazione del comparto ortofrutticolo interviene dalle pagine di “QN” del 10 settembre Alessandra Pesce, sottosegretario all'Agricoltura, per tratteggiare le strategie che il Governo intende seguire per questo settore, favorendo fra l'altro una maggiore coesione fra le filiere produttive.

Sullo sfondo resta tuttavia lo scoglio della distribuzione organizzata e della pressione esercitata sui prezzi. Se ne parla su “La Stampa” del 7 settembre puntando il dito contro il ricorso alle aste al ribasso che mettono in forte difficoltà i produttori agricoli.
 

Tra cimici e Xylella

Torna alla ribalta la vicenda Xylella dopo le dichiarazioni del ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che si dice pronto ad aggredire il problema pensando soprattutto all'interesse degli olivicoltori.
Se ne parla l'11 settembre sul “Corriere del Mezzogiorno”, che annuncia fra l'altro l'intenzione del ministro di adottare nei confronti di questa emergenza un atteggiamento fermo.
L'argomento è ripreso il 12 settembre dal “Quotidiano di Puglia”, che conferma la volontà di accelerare sul fronte degli abbattimenti per frenare l'avanzata del patogeno.

Che sia necessario un cambio di passo nella lotta alla Xylella lo si intuisce poi dalle dichiarazioni degli esperti, che ascoltati alla Camera in Commissione Agricoltura, hanno messo in evidenza i molti errori commessi durante la fase di emergenza. Un atto di accusa riportato il 13 settembre dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", che ricorda i prossimi appuntamenti con i ricercatori del Cnr.

Fra le emergenze fitopatologiche continua ad esserci la cimice asiatica, in particolare nel Nord Est.
Molti i danni che arreca alla frutta, come scrive “Il Trentino” dell'8 settembre e nel veronese sono coinvolte anche le colture di cereali e ortaggi, argomento che viene affrontato il 7 settembre dal “Corriere di Verona”.
 

Pecore, cultura e innovazione

E' curioso come l'allevamento di pecore e capre riesca a catturare l'attenzione di persone i cui interessi sembrano distanti da agricoltura e zootecnia.
Fra gli episodi più recenti quello raccontato l'11 settembre dal “Corriere della Sera” che si è soffermato sulla storia di Anna Arneodo, che nel cuneese dirige un allevamento e che invoca maggiore cultura in chi si dedica a questo allevamento, condizione indispensabile per far crescere la pastorizia ed evitare l'abbandono di terreni marginali.

Che fra gli allevatori di ovini sia frequente incontrare donne lo conferma “Il Sole 24 Ore” del 9 settembre, che ci ricorda come sovente si tratti di persone di elevata cultura, avvezze ad utilizzare moderni strumenti di comunicazione, come i social, e con una forte propensione all'innovazione.

Una riscoperta delle pecore, ma le oche non sono da meno.
C'è chi ha scelto di utilizzarle nei vigneti per eliminare le erbe infestanti fra i filari. Accade in Umbria e lo racconta “QN” del 12 settembre.

Se allevamento di ovini e oche fra i filari hanno un vago sapore di ritorno al passato, non si ferma il progresso delle tecnologie applicate all'agricoltura.
Se ne parla su "Il Sole 24 Ore" in un'intervista con Filippo Renga, direttore dell'Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano.

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