Le condizioni meteo delle giornate successive a Ferragosto mettono in discussione le già prudenti previsioni per la vendemmia al Sud, da dove non è possibile fare altro che attendere gli esiti in cantina di quanto sarà raccolto in vigna.
Tra la prima e la seconda settimana del mese di agosto vi era un susseguirsi di notizie incoraggianti: poi, da metà mese l'andamento meteoclimatico ha rimesso tutto in discussione, soprattutto per gli ingenti danni provocati nella Puglia meridionale, ma anche per una notevole ripresa dell'umidità in Sicilia, già colpita dalle intense piogge di giugno.
 

Sicilia, previsto un calo medio del 20%. Poi la pioggia

Già nella prima settimana di agosto, in Sicilia il clima pazzo di quest'anno e l'attacco della peronospora avevano fanno sentire i loro effetti negativi sulla produzione vitivinicola. Le piogge hanno poi investito l'isola a vendemmia già iniziata.
Nelle province di Palermo, Trapani ed Agrigento - da dove arriva circa l'80% di tutto il vino dell'isola - la produzione accusava un calo medio del 20% con punte del 30% già ai primi di agosto, mentre le zone dell'Etna e del Cerasuolo di Vittoria erano riuscite a limitare i danni e ad alzare lievemente la media regionale: ma poi sono arrivate le perturbazioni, che con la sola eccezione di alcune aree del ragusano hanno colpito tutta l'isola.

Secondo le previsioni della Cia Sicilia Occidentale - prodotte nella prima settimana di agosto - la produzione della vendemmia 2018 doveva essere superiore al 2017 (4,1 milioni di ettolitri) ma sotto la media dei 5,6 milioni di ettolitri degli ultimi dieci anni (Fonte Istat).
La vendemmia del 2018 avrebbe dovuto portare ad una produzione totale di 4,5 milioni di ettolitri, cifra ben lontana dal 2016 e 2015, quando si attestò oltre i 6 milioni. Occorre ora capire quanto questo dato riuscirà a resistere oltre.

"La maturazione delle uve procede in modo ottimale, ma le condizioni atmosferiche di giugno e luglio porteranno sicuramente ad una riduzione del quantitativo di uva raccolta che ci porrà ben al di sotto della media degli ultimi anni". Erano queste le prime indicazioni sulla vendemmia appena iniziata da parte dei produttori dei vini Doc Sicilia. Ora è tutto da rivedere.
 

Puglia, previsto un incremento del 15% sul 2017. Poi le bombe d'acqua e la grandine 

Analoga situazione in Puglia, dove la vendemmia il 10 agosto era già iniziata, quando la Coldiretti regionale prevedeva "un aumento del 15%, dopo un 2017 da dimenticare".
"Abbiamo iniziato con le uve Chardonnay e per basi spumante, per il Primitivo bisogna attendere la fine del mese, mentre continua a progredire la maturazione delle uve più tardive che saranno vendemmiate tra la metà di settembre e la metà di ottobre" diceva il presidente della Coldiretti Puglia Gianni Cantele.

Ma da metà agosto proprio le zone più vocate del Salento e del Gargano sono state colpite da bombe d'acqua e grandine. Con danni che sono ancora tutti da quantificare e che sicuramente incideranno sul risultato finale della vendemmia.
 

Sardegna, danni pesanti per chi ha patito di più la siccità 2017

Incerto anche l'esito della vendemmia in Sardegna, dove il Cnr registra un incremento delle precipitazioni ad agosto del 1000%. "Tra i più penalizzati ci sono i vignaioli che nel 2017 hanno subito pesanti perdite dovute al troppo caldo, alle poche precipitazioni e alle gelate di metà aprile dovute anche all'umidità primaverile, acuitasi ad agosto" spiega una nota diffusa dalla Coldiretti Sardegna, che aggiunge "alcune cantine hanno dovuto interrompere la vendemmia e non potranno riprendere, tempo permettendo, prima di 15-20 giorni. Le perdite in questo campo si aggirano intorno al 40% con punte del 70".

Il problema riguarda tutta la Sardegna, ma in particolare il Centro Sud: dalla Planargia e Barbagia in giù.