In questo contesto i contenuti sono stati ripresi all’interno del convegno organizzato dal Consorzio agrario di Ravenna presso la propria sede di Cotignola martedì 6 febbraio, dal titolo “Frumento a Ravenna: 20 anni di sperimentazione del Consorzio”, moderato da Ivano Valmori, direttore responsabile di AgroNotizie.
“Il Consorzio si mette a disposizione dei propri clienti per ogni necessità – ha sottolineato in apertura Raimondo Ricci Bitti, presidente del Consorzio agrario di Ravenna – Il nostro è un lavoro fatto di servizi, costantemente rivolto all’innovazione affinché si possa continuare a produrre qualità grazie a un’efficace innovazione varietale”.
A seguire Massimo Masetti, responsabile dell'Area cereali del Consorzio, ha fatto il punto sui mercati e sulle prospettive del settore. “Se negli anni ’80 il focus era la produzione e come accrescere le rese, con il passare del tempo il cambiamento di prospettiva ci ha portato a prestare maggiore attenzione all’ambiente e alla qualità. C’è un’integrazione molto forte fra la qualità lungo la filiera, alti standard agroambientali, differenziazione e nuove tendenze.
L’industria molitoria richiede un certo tipo di prodotto e noi dobbiamo essere in grado di rispondere alle loro esigenze, cercando di garantire sempre più qualità alla produzione. Prima si vende e poi si produce, ma in tutti i passaggi che facciamo il focus deve essere sempre rivolto alla qualità e a una qualificazione sempre migliore del prodotto, senza dimenticarci che il mercato dei cereali è globale”.
“Un grande ruolo lo giocano l’assistenza tecnica mirata, la sperimentazione e l’innovazione dell’ufficio ricerca e sviluppo del Consorzio – ha continuato Masetti – Da questo punto di vista è sempre più importante la fase di stoccaggio. Dobbiamo essere bravi a cogliere le nuove tendenze, così come le opportunità. La strada giusta da mantenere è costruire percorsi di qualità”.
“Dai nostri competitor non abbiamo nulla da imparare a livello produttivo – ha poi spiegato Roberto Bassi, responsabile dello Sviluppo cereali di Syngenta per Italia e Sud Europa – Diversamente rispetto ai competitor, per quanto riguarda il frumento tenero, se in Italia l’aspetto qualitativo è sempre più al centro dell’attenzione, a livello mondiale si punta a produrre, perché la qualità non è pagata, per questo si punta sulle rese, per produrre farine di base. Il grano duro è invece una nicchia ed è coltivato solo in alcune aree ben specifiche. Siamo il più grande produttore europeo, con una ricerca costante della qualità, mentre in Canada e Usa si punta all’estensivizzazione”.
“Guardando agli altri paesi europei – ha continuato Bassi – in Francia lo sviluppo varietale è promosso per accrescere le rese e migliorare la tolleranza alle malattie fungine. In Germania è sempre più importante il business dell’orzo da birra, mentre in Est Europa la qualità non è pagata, si cerca solo di aumentare la produzione. L’unico obiettivo è produrre”.
A seguire i tecnici del Consorzio hanno spiegato lo stato dell’arte del settore dal punto di vista agronomico. “Al momento il contributo del miglioramento genetico nel frumento è pari a zero – ha rilevato Claudio Valmori – Le nuove varietà non danno garanzie. Gli aumenti delle rese ci possono essere, ma sono più che altro amputabili alle tecniche agronomiche. Questo non vuole dire che ci sia un cambio di focus. Per il miglioramento genetico l’obiettivo dell’aumento della produttività continua a essere prioritario, anche se il miglioramento qualitativo sarà sempre più importante in futuro”.
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