Nell’Italia centrale e meridionale sono tornate le piogge anche nella seconda metà di novembre, ma nei primi giorni di dicembre 2017 i livelli dei bacini che dovranno assicurare l’acqua a scopo irriguo nella prossima stagione estiva, oltre all’approvvigionamento idropotabile sono ancora molto bassi. Il confronto con un anno fa, ove possibile, è impietoso.
AgroNotizie ha iniziato lo scorso 14 novembre 2017 un monitoraggio parallelo a quello avviato dal ministero per l’Ambiente, per verificare punto per punto, sulla base dei dati resi pubblici dagli enti di gestione di laghi ed invasi artificiali, quanto riescono a recuperare in termini di scorte d’acqua i bacini del Mezzogiorno d’Italia.
 

Principali bacini gestiti dall’Eipli tra Basilicata e Puglia

Il bollettino dell’Ente per l’irrigazione di Puglia, Lucania ed Irpinia riporta che nell’invaso di Monte Cotugno, forte di una capacità sulla linea di massimo invaso di 497 milioni di metri cubi d’acqua, il primo dicembre 2017 se ne trovano poco più di 61 milioni, il 12,27% di quanto il più grande bacino di gestito da questo ente può contenere e due milioni in meno rispetto al 14 novembre 2017 – quando il bollettino dell’ente ne rilevava poco più di 63 milioni.
Questo perché la carenza di precipitazioni è iniziata nell' autunno 2016 e si è spinta fino a tutto ottobre 2017. Già il primo dicembre 2016 la situazione non era allegra: dopo un’estate trascorsa a dissetare la Basilicata e a fornire acqua ad uso irriguo, e nonostante le piogge di settembre e ottobre, vi si trovavano ancora oltre 194,5 milioni di metri cubi d’acqua, il 39,13% di quanto contenibile con i livelli attestati lungo la linea di massimo invaso.

Eipli ha nell’invaso del Pertusillo un'importante risorsa, strategica anche per la Puglia, vale 155 milioni di metri cubi di capacità lungo la linea di massimo invaso, ma a al primo dicembre 2017 la riserva è di 45,9 milioni, il 29,6% di quanto potrebbe contenere e in leggera crescita sui 43,8 milioni rilevati il 14 novembre.
Eppure, ancora il primo dicembre 2016 il Pertusillo immagazzinava qualcosa come quasi 92 milioni di metri cubi d’acqua, il 59,3% della sua capacità.

Alla diga di San Giuliano, quasi 95 milioni di metri cubi d’acqua se il livello raggiunge la linea di massimo invaso, il primo dicembre restano quasi 15,5 milioni di metri cubi, pari al 16,3% della capacità massima e in leggera crescita sul dato di 14, 9 milioni di metri cubi registrato il 14 novembre scorso. Ma il primo dicembre 2016 le scorte erano di 51,7 milioni di metri cubi, pari a quasi il 54,4% della capacità massima.

Altro importante bacino si trova in Campania, è il lago della diga di Conza, che in provincia di Avellino sbarra il fiume Ofanto: a fronte di una capacità sulla linea di massimo invaso da 61,8 milioni di metri cubi d’acqua, si riscontra il primo dicembre 2017 una riserva pari a 17,1 milioni di metri cubi, ovvero il 27,7% della capacità massima e dato quasi invariato rispetto ai 17 milioni di metri cubi d’acqua registrati il 14 novembre. Anche qui, il primo dicembre 2016 vi era molta più acqua: 30,6 milioni di metri cubi, pari al 49,5% della capacità massima dell’invaso.
 

Consorzio di bonifica della Capitanata

Anche l’acqua che defluisce dalla Campania verso la Puglia, tra Benevento e Foggia è ancora poca rispetto ad un anno fa. In questo caso, il maggiore indicatore è la diga di Occhitto sul fiume Fortore, gestita dal Consorzio di bonifica della Capitanata: qui a fronte di una capacità di massimo invaso da 333 milioni di metri cubi, si trovano oggi 4 dicembre 2017 57, 1 milioni di metri cubi d’acqua, il 17,1% della capacità massima. Erano 160,3 milioni il 4 dicembre 2016, quando, a fenomeno siccitoso appena iniziato, l’invaso poteva contare sul 48,1% della sua capacità. In compenso la tendenza è in aumento rispetto al 14 novembre 2017 -  quando si registravano poco più di 54 milioni di metri cubi d’acqua (il 16,2% della capacità).
 

Molise, Sardegna, Sicilia e Calabria: mancano dati aggiornati

Le regioni Molise (Azienda speciale Molise Acque), Sardegna (Distretto idrografico della Sardegna) e Sicilia (Assessorato energia e servizi di pubblica utilità ) dispongono di dati, ma fermi a fine ottobre-inizi di novembre 2017, e non sono da ritenersi rappresentativi della realtà al 4 dicembre. Sulla Calabria permane un problema di fonte dalla quale attingere i dati.